“Generazione di fenomeni? Sì, ma vi spiego perchè”. Andrea Zorzi, lo Zorro del volley mondiale, quella “Generazione” l’ha vissuta. “La definizione fu coniata da Jacopo Volpi, giornalista Rai”, dice Zorro. “Ma ha un senso se si pensa che quella generazione non vinse soltanto una volta, ma dall’89 al 98, un vero e proprio ciclo di vittorie. Perchè, una, due volte puoi vincere anche per caso, ma se vinci per nove anni di fila, il discorso è diverso”.
Zorro sottolinea poi il “valore della sconfitta”. “Oggi faccio, anche, l’attore teatrale. E il regista, un giorno, mi dice: guarda Andrea, che dalpunto di vista teatrale, è meglio mettere in scena anche qualche sconfitta. Se vinci sempre, è banale. Ma la sconfitta ha un sapore diverso”.
E sul volley, indica un aspetto “…che considero molto importante. Non dico sia lo sport migliore di altri. Ma dico che è l’unico sport di squadra dove, fin da bambino, impari che da solo non fai mai niente. L’unico sport dove non puoi toccare la palla due volte. In altri sport puoi scartare tutti e andare in porta o a canestro da solo. Nella pallavolo non puoi farlo…”
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