Dopo il patapunfete della Popolare di Vicenza Gianni Zonin, suo dominus per decenni, ha tentato di vivere nella sua terra veneta. Ha scoperto che non è facile. Non gradito in molti ristoranti, solo a Verona è stato allontanato da tre, insultato per la strada, minacciato in più occasioni. Pure alle Eolie nella tranquilla isola di Panarea. Così si è trasferito negli States. Ora ha incominciato a parlare con i magistrati ai pm ha raccontato la sua verità, in una caserma della Guardia di Finanza. L’ex numero uno della BpVi si è detto ovviamente estraneo scaricando su altri molte delle sue indiscutibili responsabilità. Terminato l’interrogatorio, come un ricercato, ha abbandonato la città berica di cui è stato per anni un padre padrone. Forse Zonin si è reso finalmente conto della gravità di quanto accaduto, di quante persone e attività sono finite rovinate dalla gestione scellerata della storica banca veneta che lui ha guidato come se fosse di sua proprietà. Zonin è utile che non dimentichi anche gli indiretti guai di Banca Nova in quel di Sicilia, dove gli arrabbiati sono anche lì assai numerosi. Non fanno molto rumore, ma hanno una elefantiaca memoria e soprattutto non perdonano.