“Lascio un’azienda di trasporto sana, ben presente sul mercato, che offre un buon servizio, che sicuramente ha affrontato e deve affrontare molte traversie (dal problema sicurezza alla carenza di autisti-ndr) e sempre puntuale nei pagamenti dei fornitori e dei dipendenti”.
Così Stefano Zaninelli, storico direttore generale di Atv, classe 1959, saluta tutti e si prepara ad andare in pensione dal primo febbraio come raccontato ieri sulla Cronaca di Verona. La prossima settimana l’assemblea di Atv (Ferrovie e Comune di Verona) darà l’ok agli avvicendamenti: l’attuale presidente Massimo Bettarello diventerà amministratore delegato e garantirà il socio Ferrovie e la continuità, mentre Giuseppe Mazza oggi presidente di Amt3 che cura la realizzazione della filovia diventerà presidente come da progetto del Comune che punta così a unificare le due realtà del trasporto urbano pubblico.
Zaninelli già negli anni Novanta quando guidava l’Amt aveva curato il progetto del nuovo mezzo di trasporto pubblico di massa, era la metrotramvia su rotaia. E grazie a quel progetto Verona riuscì a ottenere i finanziamenti previsti dalla Legge Tognoli, con il 60% a carico dello Stato. Il progetto è cambiato, ora si fa il filobus su gomma, ma il finanziamento è rimasto.
Zaninelli, la filovia sarà la soluzione di tutti i mali della viabilità e del trasporto pubblico a Verona?
“Non so se sarà la soluzione ma sicuramente sarà un aiuto. Non sarà la soluzione perché non è la tramvia che avrebbe avuto una maggior portata di passeggeri. Però piuttosto di niente, meglio piuttosto…”
Diciotto anni, gli ultimi, alla direzione generale di Atv, ma dagli anni Novanta sui mezzi di trasporto: il periodo migliore?
“Direi tutti, dagli anni Novanta con Amt che sono stati molto impegnativi, ai dieci anni trascorsi nelle Ferrovie dello Stato con una grandissima esperienza e grandi opportunità di relazioni con il Parlamento e i ministeri. Sono stato nominato due volte nel cda di Ferrovie con riconoscimenti bipartisan”.
Poi lei è tornato anche in Consiglio comunale e provinciale sempre con la Lega…
“Sì ma ho lavorato con tutte le amministrazioni, quando ero nelle Ferrovie il presidente del Consiglio era Romano Prodi, tanto per dire”.
E a Verona ha lavorato con amministrazioni di centrodestra e di centrosinistra: ora lascia proprio alla vigilia del terremoto di via XX Settembre che chiuderà al trasporto pubblico da fine febbraio per 14 mesi almeno e tutti i bus saranno spostati su via Torbido. Saranno mesi difficili no?
“Dico la verità: mi conforta andare via prima del cantiere di via XX Settembre perché saranno mesi di turbolenza per il trasporto pubblico e non solo. Ma il trasporto pubblico veronese è aggiornato, come Atv siamo stati l’azienda pubblica con la flotta più metanizzata d’Italia e ora puntiamo ad essere la flotta con più mezzi elettrici nel trasporto cittadino. Per cui ora la situazione è in discesa”.
Ha detto che le dispiace lasciare ma che è il momento giusto, perché?
“Ho tirato tanto, troppo. In 18 anni avrò fatto una settimana di ferie l’anno, mai un’assenza. Quando hai la responsabilità di un’azienda con un migliaio di dipendenti sei sempre in tensione 24 ore su 24. Ora per qualche mese sicuramente stacco la spina”.
Andrà anche lei a guardare i cantieri?
“Esatto. Non mancano”.
Attenzione allora, perché in via XX Settembre potreste scorgere tra i pensionati guarda-cantieri anche Zaninelli. E qualche consiglio magari potrebbe darlo…
MB