Il professor Zangrillo, responsabile dell’Unità operativa di Terapia intensiva generale e Cardiovascolare dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano e prorettore dell’università Vita-Salute San Raffaele, è intervenuto per esprimere il suo parere di esperto, riguardo l’emergenza Coronavirus.
Già nei giorni scorsi, l’eminente professore, aveva dichiarato: “La Lombardia zona rossa è un fallimento” .
Adesso, è andato oltre, analizzando meglio la situazione, non solo lombarda, ma di tutto lo stivale: “Siamo certi che questa numerosità di tamponi eseguiti risponda a un razionale? Pensate che la numerosità dei tamponi eseguiti e il risultato che ne traiamo possa in qualche modo aiutare per esempio noi a gestire meglio i malati? Assolutamente no, perché la tempestività di intervento, la protezione degli anziani, l’adozione di corrette misure sono completamente indipendenti dalla positività, dai nuovi positivi”.
Zangrillo ha poi continuato: –“Anche se c’è qualche buontempone, magari anche che lavora vicino a me, che sostiene che l’equivalenza tra positività e malattia è accertata, vi assicuro di no. La malattia è malattia conclamata quando presenta quelle che sono le caratteristiche che purtroppo molti di noi hanno conosciuto, sia come pazienti che come medici. E quindi è lì che noi dobbiamo correttamente operare con tempestività. Io dico che in questo momento bisogna dare retta ed apprezzare le persone che ragionano con razionalità e che non mettono per forza di cose il terrore, perché il terrore è cattivo consigliere e porta tutta una serie di persone nei nostri ospedali che in larga misura non dovrebbero arrivare”.
Secondo Zangrillo infatti: “Noi non dobbiamo concentrarci sulla numerosità dei nuovi positivi perchè non facciamo altro che confondere le persone e dare loro la apparenza che in qualche modo siano dei potenziali malati e che possano anche ammalarsi gravemente per cui queste persone arrivano in ospedale.
Il fatto che l’Ats di Milano abbia detto stop ai tamponi per i contatti diretti per lo specialista rappresenta un passo in avanti molto importante, perché io che sono venuto a contatto con un positivo cosa faccio? Cerco di fare un tampone nella speranza che invece il mio sia negativo Se per caso il mio è negativo cosa faccio da un’ora dopo? Mi comporto probabilmente in modo poco responsabile, perché dico ‘sono negativo anche se sono venuto a contatto con Mario Rossi.
Invece quello a cui tutti noi dovremmo tendere è anche una questione veramente di responsabilità sociale, è quello di eseguire il tampone quando è strettamente necessario.
E’ molto più importante stare riparati in casa, cercare di proteggere le persone che per causa nostra potrebbero ammalarsi. Questo – conclude Zangrillo – è un comportamento responsabile, razionale, da nervi saldi“