Giampaolo Zamberlan, nato a Verona il 9 ottobre del 1962, è stato l’ex capitano della Scaligera Basket Verona, squadra in cui giocò per dieci anni, conquistando tre promozioni in A2 partendo dalla serie C.
L’ex cestista veronese, oltre alla formidabile esperienza veronese, ha militato in serie A1, in città del calibro di Torino, Venezia e Trieste.
Nella sua carriera sportiva è doveroso annoverare anche le esperienze trascorse a Sassari, Biella e Lumezzane.
-Cosa fa attualmente Giampaolo Zamberlan? Ci racconti la sua nuova professione
* Da quando ho concluso la carriera da professionista, mi sono dedicato al settore assicurativo. Attualmente sono un subagente assicurativo presso “Itas Mutua” (Rovereto). In passato ho avuto esperienze lavorative come consulente assicurativo e commerciale. È un lavoro che mi piace, poiché si è sempre in contatto con tante persone e ogni giornata lavorativa fornisce spunti interessanti di riflessione che arricchiscono il mio bagaglio di conoscenze.
– Non mi dica che ha accantonato definitivamente il basket..
* Assolutamente no, infatti alleno due squadre giovanili. Il lavoro in ambito assicurativo richiede sforzi mentali considerevoli e, per sopperire a tali fatiche, la mia valvola di sfogo è sentire il rumore della palla che rimbalza in palestra.
– Come mai non le è subentrata subito l’idea di diventare un allenatore?
* Il percorso per diventare un allenatore di basket è complicato. Una prerogativa è quella di iniziare presto, infatti, circa all’età di 30 anni, bisognerebbe essere all’interno di una società sportiva e lavorare con i giovani. Quando termini la carriera da cestista intorno ai 40 anni la strada è in salita. Inoltre allenare implica movimento e trasferte in giro per l’Italia e in Europa, non è facile a livello mentale.
– Negli ultimi anni di carriera da cestista è subentrata in lei la paura del dopocarriera?
* A differenza di molti ex professionisti, non ho mai avuto paura del “dopo”. Durante la mia carriera sportiva ho girato numerose squadre in Italia, quindi ero chiamato a mettermi in gioco costantemente Diciamo che fortunatamente sono sempre stato abituato al
cambiamento e al dinamismo.
– Quanti benefici ha tratto e sta traendo dall’esperienza sportiva ?
* Lo sport mi ha insegnato tanto, se sono l’uomo che sono oggi lo devo soprattutto al mio
trascorso da professionista, poiché lo sport è lo specchio della vita, è una palestra di vita che implica tanti sacrifici e rinunce.
– Infine non posso esimermi dal chiederle un parere sulla Tezenis Verona, come mai secondo lei non riesce a tornare in A1?
* Questa è una domanda che ci poniamo tutti e alla quale sinceramente faccio fatica a trovare una risposta. E’ indubbio che si stia vivendo un’involuzione, anziché una crescita in questa stagione. Più volte mi domando come sia possibile ritrovarsi nei bassifondi della classifica, nonostante gli sforzi di riportare la squadra
dove merita di stare. Mi sorgono dei dubbi relativi all’allestimento di una squadra non competitiva. Per me è veramente un argomento delicato, per non dire un tasto dolente”
Diego De Angelis