“Durante i periodi piu’ difficili della pandemia alcuni presidenti di regione sono stati particolarmente solerti nello sponsorizzare l’impiego del vaccino russo Sputnik. E’ il caso di Zaia e di De Luca, solo per citare i piu’ eclatanti e quelli che all’epoca fecero piu’ rumore. Il Veneto non ha perso memoria dei fatti- affermano Giordano Masini, coordinatore della segreteria di +Europa e Anna Lisa Nalin, portavoce del Veneto e membro di segreteria.
Il presidente Zaia voleva sganciarsi dagli acquisti coordinati con l’Unione Europea e minacciava di comprare dosi da intermediari millantatori, addirittura a prescindere dalla validazione dell’Ema. Fontana e Zingaretti avrebbero voluto anche produrre lo Sputnik nelle loro regioni.
Oggi ci sono numerose evidenze dei metodi poco ortodossi attraverso i quali i funzionari del Cremlino e del fondo sovrano russo proprietario di Sputnik cercavano di imporne l’impiego in Europa. Si va dalle pressioni politiche alle minacce fino alla vera e propria corruzione – sottolineano Nalin e Masini.
Quindi e’ arrivato il momento di fare chiarezza su questa pagina imbarazzante della nostra storia recente. Luca Zaia spieghi le ragioni del suo sostegno entusiasta all’impiego di un vaccino non sicuro e prodotto da una nazione ostile- concludono gli esponenti di +Europa.