È il momento del vedo. Ora o mai più, almeno per questa legislatura, anche se le speranze ormai sono pressoché nulle. L’autonomia del Veneto è sempre più una chimera. «Chiediamo al Governo che vari subito l’intesa» ha dichiarato il presidente del Veneto Luca Zaia, a Roma, al termine dell’audizione alla Commissione parlamentare per le questioni regionali. «Ormai le regioni, e la mia in particolare, che ha promosso il referendum, con 2 milioni 328 mila veneti che sono andati a votare, non hanno più nulla da preparare come provvedimenti» ha proseguito Zaia «visto e considerato che tutti i compiti per casa sono fatti. Le materie sono state affrontate nei tavoli di confronto e io ritengo concluso questo percorso iniziato con il ministro Stefani e proseguito con il ministro Boccia: adesso aspettiamo che questa partita riprenda, consapevoli, lo dicono i costituzionalisti, che al parlamento spetti il compito di approvarla». Il “doge” è entrato ancor più nello specifico: «La richiesta delle 23 materie non è una provocazione, non vogliamo mostrare i muscoli, ma dimostra la volontà di rispettare fino in fondo la Costituzione. Significa che la nostra Regione ritiene che per storia, parametri e virtuosità, debba candidarsi a gestire in maniera solida queste materie». I parlamentari di Forza Italia sono pronti a scendere in piazza, non solo per il Veneto ma anche per la Lombardia. «È finito il tempo dei proclami a cui questo governo ci ha abituato» hanno dichiarato in una nota congiunta i deputati Dario Bond e Roberto Pella. «Forza Italia è pronta alla mobilitazione e chiede una risposta immediata che rispetti la volontà popolare e instauri quella competitività proficua tra le regioni che si tradurrebbe in più risorse per le singole autonomie e, di conseguenza, in maggiori introiti per lo Stato».