“Da oggi il Veneto torna zona gialla e le scuole superiori riaprono in presenza. Attenzione però: dobbiamo prendere atto che siamo ancora nel pieno della pandemia, e non è finita”. A dirlo, attraverso un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, è il presidente del Veneto Luca Zaia. “Il ritorno in area gialla va vissuto da ognuno di noi con responsabilità, evitando gli assembramenti, indossando in modo maniacale la mascherina e igienizzando le mani, perché in un battibaleno lo scenario potrebbe cambiare in arancio o in rosso, e, quindi, portare a nuove chiusure – ha proseguito il governatore – abbiamo predisposto l’aumento dei mezzi e dei controlli sul trasporto scolastico, ma chiediamo a tutti, inclusi i più giovani, di rispettare le norme, in classe e fuori, e di limitare i ritrovi e gli assembramenti oltre l’orario di lezione. Evitare un ritorno alla zona arancione e rossa e la saturazione dei nostri ospedali, è la sfida che tutti noi dobbiamo contribuire a vincere”. In conferenza stampa Zaia ha approfondito. “La preoccupazione è grande, serve la massima attenzione.
Oggi dobbiamo stringere ancora di più il patto coi cittadini. Ho visto le immagini degli assembramenti e dico ai cittadini ‘diamoci una mano’, è un lavoro di comunità, questo perché è un attimo tornare alle fasce arancioni o rosse”. Attualmente in Veneto sono ricoverate per Covid 2.210 persone. Sono 1.963 i pazienti in area non critica (-19 rispetto a ieri) e sono 247 le persone ricoverate in terapia intensiva (-7). “In Veneto”, ha annunciato Zaia, “a breve verrà avviato un monitoraggio con test nelle scuole sul grado di circolazione del virus. In giornata ultimerò l’ordinanza per il monitoraggio e il trattamento dei casi positivi: una delle misure prevede che il ragazzo positivo vada a casa in quarantena, mentre ai suoi compagni venga fatto il tampone e se negativi rimangano in aula”. Il governatore si è detto preoccupato per la riapertura “perché, anche se al 50%, in Veneto significa 250 mila persone tra studenti, insegnanti e operatori scolastici”. Zaia è poi tornato a parlare dell’andamento epidemiologico. “Il trend è confermato, sono 32 giorni di continuo calo, ma attenzione, è un attimo entrare in una zona diversa. Il rischio è sempre alto. Oggi cambia il sistema di gioco – ha affermato – e da oggi pesa di più l’individualità fino a ieri surrogata da misure. Sono convinto della necessità di un patto con i cittadini. Diamoci una mano. Quello che sarà accaduto in queste settimane lo vedremo a fine febbraio. Per ora non ci sarà nessuna ordinanza, anche se avrei potuto presentarne una contro gli assembramenti. Voglio investire fino in fondo sui cittadini. L’unica ordinanza che presenterò sarà quella sulla scuola”. Zaia ha ribadito l’importanza di evitare gli assembramenti, criticando quanto è accaduto in alcuni luoghi italiani: “Le grandi città – ha sottolineato – non hanno dato un esempio edificante, per di più ieri si era ancora in zona arancione”. Il governatore è tornato ad affrontare la questione della vaccinazione. “Dateci i vaccini e noi vacciniamo. Mi sembra di essere davanti ai dispositivi di marzo: all’inizio erano a zero, poi sono arrivate centellinate e poi esagerazione. E’ un rigagnolo che si ingrosserà e diventerà un fiume, ma dobbiamo ricordare che saranno vincenti i sistemi che riusciranno a vaccinare. Il modello di oggi non è un modello costante da mantenere, bisogna essere pronti per quando arriverà la botta di vaccini e dovremo recuperare. “Spero che questo Paese autorizzi l’uso, se vogliamo anche compassionevole, degli anticorpi monoclonali come avviene negli Stati Uniti. Si tratta di una speranza di salute e di vita che si sa già che funziona nelle prime fasi. Noi – ha concluso Zaia – ci candidiamo anche a questa sperimentazione dell’Aifa ovviamente”.