«Stiamo pensando di organizzare, se non ci intralciano con tutte le paturnie mentali che ci sono in questo Paese, un aereo per andare a comprare macchinari respiratori in Cina. Non saranno macchine con il marchio CE, ma dobbiamo salvare vite, e dunque in caso verrà qualcun altro a spiegarci che serve la certificazione». Zaia (nella foto) cercherà di scardinare l’elefantiaca macchina burocratica dello Stato e dell’Europa che neppure in piena pandemia consente agli amministratori di lavorare senza il vincolo di lacci e lacciuoli. «Queste» ha sottolineato il governatore del Veneto «sono macchine che vengono utilizzate in tutto il mondo tranne che da noi, per l’assenza del marchio. Sono scelte che facciamo in emergenza, in un Paese che eredita culturalmente una filosofia secondo la quale per ogni cosa che si fa bisogna presentare un bancale di carte. Capite che siamo in guerra, e in guerra alcune modalità le dobbiamo abbandonare». Poi, pur nella difficoltà del momento, durante la conferenza stampa al centro della Protezione Civile di Marghera, Zaia ha dato un messaggio di speranza: «L’azienda ospedaliera di Padova, assieme all’ospedale Sacco di Milano e allo Spallanzani di Roma, sta sperimentando un farmaco che sembra sia innovativo: incrociamo le dita. In una decina di giorni dovremmo avere già i primi risultati sui test condotti sui pazienti». Serve personale nei reparti, e la Regione sta implementando la squadra: «Stiamo facendo assunzioni con bandi aperti, quindi medici, anche in pensione che vogliano fare da “riservisti”, infermieri, e chiunque voglia lavorare nella sanità si faccia vivo e verrà assunto». Poi una denuncia fortissima: «Diventa sempre più difficile trovare mascherine, non producendole più l’Italia e gran parte d’Europa, e davanti alla chiusura delle frontiere che sta avvenendo in questi giorni. Schengen ormai non esiste più, verrà semplicemente ricordato nei libri di storia, sta sostanzialmente scomparendo. Non parliamo poi di tutti i delinquenti e i truffatori che ci sono sul mercato internazionale: per 9 offerte su 10» spiegato Zaia «ci chiedono il pagamento anticipato del 100% come fossimo dei delinquenti, e 9 volte su 10 si rischia di rimanere fregati. È capitato addirittura che un carico di 550 mila mascherine è stato venduto a tre realtà diverse, una di queste eravamo noi, ma non le abbiamo mai viste». Zaia ha rinnovato ancora una volta l’appello a rimanere a casa, unica arma contro il propagarsi del Coronavirus. «Noi restiamo con la guardia alta per prepararci all’eventualità che la curva esponenziale non rallenti, e confermo che se così fosse entro il 15 aprile avremo più di due milioni di veneti infetti e ai primi di maggio saranno esauriti i posti in terapia intensiva: per questo stiamo organizzandoci per aumentare i posti dagli attuali 494 a più di 700».