Zaia di lotta e di governo. Il “doge” prepara la piazza e guarda a Roma Il presidente Leghista:”Pronti a manifestare per l’autonomia. Il Governo eviti le solite manfrine. Rappresentiamo 150 miliardi di Pil, siamo quelli che pagano le tasse, ma se a qualcuno fa schifo...”. Alcuni colonnelli lo vorrebbero a Palazzo Chigi nel 2023 k

Zaia chiama a raccolta il popolo veneto. Il “Doge” è pronto a guidare la propria gente per reclamare l’autonomia: «È scontato scendere in piazza per protestare». A “Circo Massimo”, su Radio Capital, il governatore leghista ha affermato: «Se non ci daranno l’autonomia io posso anche stare tranquillo, ma saranno comunque i cittadini ad andare in piazza». Insomma, la misura è colma. Nelle prossime settimane il “Doge” potrebbe capeggiare l’adunata. In Lega stanno ragionando su date e modalità. L’autonomia, per il governatore dell’ex Se­renissima, è la madre di tutte le battaglie. Lo ha ribadito a ogni occasione. La sua è una battaglia identitaria e morale prima ancora che politica. «Sono passati 688 giorni dal referendum e finora si è all’aria fritta perché il governo non ha presentato alcun progetto concreto» ha detto a Radio Capital. «Evitiamo di ricominciare con la solita manfrina e il cerimoniale di corte, dopo che con il passato governo i grillini si sono spesi per non fare nulla». Zaia ha accusato il Movimento 5 Stelle di aver ostacolato in ogni modo la storica riforma e ha lanciato un appello al nuovo governo affinché «metta finalmente nero su bianco una proposta. Poi» ha aggiunto «ci possono anche dire che vogliono cancellare gli articoli della Costituzione che prevedono l’autonomia su alcune competenze. L’importante è che si scriva qualcosa, così finalmente capiremo cosa ha in mente questo esecutivo». Tranciante il giudizio sul discorso del premier Conte alla Camera: «È pedissequo spiegare che i requisiti sono l’unità nazionale, la solidarietà e la coesione. È come se andassimo in una concessionaria a chiedere che l’auto che vogliamo comprare abbia quattro ruote. È solo fumo negli occhi del dibattito perché sono tutte cose già previste. La verità» ha affondato «è che una parte del governo uscente e il governo entrante hanno parlato di autonomia nel senso di Nord contro Sud, di secessione dei ricchi. Una boiata. Per 14 mesi i grillini si sono spesi per non fare nulla. A fine 2018 Conte promette l’autonomia entro febbraio 2019 e non arriva nulla, poi a luglio 2019 arriva Di Maio e dice che vuole istituire una commissione di accademici per valutare».

Netto anche il giudizio sull’esecutivo giallorosso: «È rappresentato solo da esponenti del Sud, ma il Nord è la fucina del Paese, la macchina che produce Pil. Se poi pensano che una Regione che fa 150 miliardi di Pil all’anno faccia schifo… Ecco noi siamo quelli che pagano le tasse, quelli che hanno voglia di fare». Zaia è pronto a infiammare il pratone di Pontida. Lo storico appuntamento leghista andrà in scena domenica 15 settembre. È uno Zaia di lotta, a livello nazionale. Ma è uno Zaia anche di governo, non solo perché ormai amministra la Regione da dieci anni. Molti all’interno della Lega guardano a lui come futuro candidato premier in caso di elezioni politiche nel 2023, quindi alla scadenza naturale della legislatura. A quel punto il “Doge”, la cui ricandidatura per il terzo mandato a Venezia al momento non è minimamente in discussione, potrebbe essere anche l’anello di (ri)congiunzione con Forza Italia. Zaia, non è un mistero, è molto apprezzato da Berlusconi. Il governatore veneto gode di una buona immagine anche al Sud. La sua esperienza da ministro per le Politiche Agricole è stata positiva. A Roma, nei palazzi che contano, Zaia vanta un’ottima reputazione. Salvini, spiegano alcuni colonnelli leghisti del Nord, potrebbe restare il capo politico del partito dal momento che la sua leadership e il suo consenso popolare non si discutono. E però, sottolineano sempre fonti leghiste, a Palazzo Chigi, potrebbe sedere anche una figura diversa da lui. In un quadro politico tanto mutevole tutto è possibile. Il “Capitano” viene accusato da alcuni esponenti del Carroccio di aver commesso un errore strategico e di aver prestato troppo facilmente il fianco a Renzi e Grillo, ma la Lega rimane saldamente cosa sua. Nel frattempo Zaia, l’uomo che quasi da solo (anche il sindaco Dem di Milano Sala ha svolto un buon lavoro) è riuscito a riportare le Olimpiadi in Veneto, resta concentrato sull’autonomia, «la madre di tutte le battaglie», prepara la piazza e il terzo mandato a Palazzo Balbi.

A.G.