Mentre il presidente Luca Zaia quando parla di sanità “vede soltanto armonia ed eccellenza’’, il Pd per bocca di Anna Maria Bigon, consigliera regionale Pd, Franco Bonfante, segretario provinciale Pd Verona e Vincenzo Tinelli, medico e componente della Direzione provinciale Pd Verona prova a controbattere con i numeri. “I dati aggiornati -dicono i Dem- parlano di 1.513 zone carenti in tutta la regione di cui 784 ambiti di medico di base (209 nel veronese) e 635 incarichi di continuità assistenziale. La conseguenza – che sfugge completamente da chi guarda da troppo in alto – è l’affollamento dei pronto soccorso dove, per accedere ad uno di questi reparti di eccellenza, si attendono giorni con la febbre alta o ore con una frattura scomposta. Non si vedono nemmeno le lunghe attese al telefono con il Cup che non risponde, e quando lo fa non fissa l’appuntamento perché anche le liste sono esaurite; e neanche i due o tre anni che il servizio pubblico obbliga ad attende per una cataratta. Tutto ciò che il Presidente non riesce a vedere-aggiungono- si trasforma in un gigantesco disservizio per i veronesi e i veneti che lascia inevasa una prescrizione medica su due: in conseguenza alle 13 milioni prestazioni mediche non eseguite nel 2022 il 10% dei cittadini rinuncia alle cure o, chi può permetterselo, ricorre alla sanità privata per la quale i veneti spendono in media 700 euro all’anno a testa, l’importo più alto in Italia dopo i lombardi’’. Bigon, Bonfante e Tinelli concludono ricordando che in Veneto mancano 1.230 medici ospedalieri e circa 4 mila infermieri: sono questi i numeri sui sui quali i cittadini vorrebbero una risposta concreta. “Quello di Zaia non è ottimismo perché il bicchiere non è mezzo pieno’’, concludono.