Elezioni, elezioni, elezioni! Il clamoroso flop Pd-5Stelle alle regionali umbre ha scatenato le rimostranze del centrodestra, in particolar modo di Lega e Fratelli d’Italia, rispettivamente al 37 e 10%. Forza Italia, invece, dal basso del suo 5,5 non può che contenere i decibel della sua protesta antigovernativa: tornare subito al voto, anche alla luce del taglio dei parlamentari, per gli “azzurri” significherebbe ridursi all’irrilevanza o quasi. Complessivamente in Umbria è finita 57,5 a 37,5 per lo schieramento trainato da Matteo Salvini e l’indomani non può che essere il Carroccio a fare la voce grossa. Il governatore veneto Luca Zaia in primo luogo ha elogiato il segretario leghista: «Il merito è di Salvini. In questa difficile partita, come al solito, non ha esitato un secondo a metterci la faccia. Ora sul carro dei vincitori salgono tutti, ma è bene ricordare da dove siamo partiti e quanto lui ci abbia creduto». Poi il “doge” è entrato in tackle sul premier Giuseppe Conte: «L’Umbria notifica lo sfratto al governo. E un governo serio, attento, rispettoso del popolo e non delle poltrone, se ne andrebbe a casa oggi stesso. Così accadrebbe dappertutto. Mi chiedo, per esempio, come faccia Matteo Renzi ad accettare che il governo resti in piedi dopo una batosta del genere, quando lui, dopo il 4 dicembre 2016, per un referendum perso si dimise. Tanto più che il presidente del Consiglio» ha tenuto a sottolineare Zaia «ha mancato di rispetto agli elettori umbri dichiarando che il loro voto ha lo stesso peso di quello per la provincia di Lecce, offendendo contemporaneamente umbri e leccesi». Zaia ha parlato di «bastonata clamorosa» per la coalizione giallorossa, e ha aggiunto: «Questo è un esecutivo che ormai non rappresenta nessuno. Crolla la sinistra ma anche il M5S, che ormai è rarefatto sul territorio». Secondo Zaia l’esito del voto umbro conferma quanto indicato dal contratto sociale di Rousseau («il filosofo le cui idee furono alla base della Rivoluzione francese, e non certo la piattaforma grillina che di rivoluzionario ha poco o nulla»), cioè «che il popolo ti delega a rappresentarlo e quando non lo rappresenti più ti toglie la delega. Il voto umbro è quello di un popolo che si riprende il proprio futuro e si riscatta, cacciandolo, da un sistema partitico infiltrato nella società e che la controlla. «Il Governo vada a casa, subito» ha concluso Zaia «e si vada a votare. Il mio è un appello anche al presidente Sergio Mattarella, perché consideri fino in fondo le istanze degli elettori e la direzione politica che ha imboccato e sta invocando il Paese».