Zaia: “Cpr in Veneto? Nessuna notizia” “Ospitiamo 9 mila persone, la misura è colma”. “Rimpatri di massa? Ho molti dubbi”

LUCA ZAIA REGIONE VENETO

“Il primo a parlarmi della necessità di fare un Cpr nel Veneto (centro di permanenza per i rimpatri degli immigrati-ndr) fu Maroni, all’epoca ministro”.
Era il 1994: con questa frase Luca Zaia, governatore del Veneto, oggi durante il punto stampa a Venezia ha fotografato quanti anni di parole sono stati consumati inutilmente sul problema dell’accoglienza dei migranti senza che si sia trovata una minima soluzione.
A fronte di un Governo che su questo tema “sta facendo l’impossibile” dice Zaia e che però continua a parlare di fare i Cpr nelle regioni, il governatore ha sgomberato ogni dubbio: “Sui Cpr non ho alcuna informazione, di un Cpr in Veneto io non ho mai parlato con nessuno.Non siamo stati contattati così come non ho notizie di aperture di nuove ex caserme”.
I numeri “confermano la preoccupazione che avevo posto a inizio estate – ha aggiunto Zaia -, che saremmo andati incontro al doppio di arrivi di migranti rispetto all’anno scorso, con tutti gli annessi e connessi”.
In Veneto, ha proseguito, “abbiamo superato le 9.000 persone ospitate e la misura è colma. Solo l’8,3% di 200mila avrà lo status di rifugiato. Almeno 150mila sono migranti economici, che non hanno titolo di richiedere alcuna protezione in Italia, perché non scappano da fame e morte. Così rischiamo di rubare letti a chi ne ha diritto”, ha spiegato.
Ma se è vero che “sull’accoglienza diffusa devono decidere i sindaci”, Zaia ha ribadito che “secondo me si devono evitare i grandi assembramenti”. E soprattutto non ha nascosto la sua perplessità su una strategia che punti tutto sui rimpatri. “Ho molti dubbi”, ha scandito il presidente davanti ai microfoni, “che si possano rimpatriare tante persone visto e considerato che non si sono mai superati i 3000-3500 rimpatri l’anno a fronte di 100-200 mila arrivi nel nostro Paese”. Paese che ha bisogno di manodopera.