Luca Zaia ha dato le direttive. “In Veneto i medici della Fimmg (Federazione Italiana Medici di Famiglia, ndr) sono 2.000 su 3.350. Li vedo collaborativi. Se fanno cinque tamponi ciascuno sono 10 mila al giorno”. Il governatore lo ha sottolineato alla luce dell’accordo sottoscritto ieri a livello nazionale sui tamponi negli studi dei medici di base. “In 48 ore – ha sottolineato Zaia – cercheremo di avere un protocollo operativo per questi professionisti, c’e’ apertura assoluta, e ovviamente daremo i dispositivi. Chiuderemo l’accordo a livello regionale, sarà la svolta, perché in questo modo la gente non dovrà più andare al pronto soccorso, intasandolo. Gli ospedali vanno tenuti liberi per chi ha davvero bisogno d’essere ricoverato. Siamo in grado di sostenere per molti giorni questa partita”, ha tenuto a precisare il governatore, “la situazione è diversa da febbraio quando navigavamo a vista. Però non possiamo permettere l’assalto ai pronto soccorso, per questo chiediamo ai pazienti di chiamare i loro medici di base. Insisteremo molto sulle cure domiciliari e anche sulla cura al plasma intercettando i pazienti guariti che fanno un atto di solidarietà alla cittadinanza”.
IL BOLLETTINO
I tamponi eseguiti in Veneto dall’inizio della pandemia sono 2.375.000, i positivi da inizio pandemia 49.155, gli attualmente positivi sono 21.700 (solo il 2,31% di chi è in isolamento a casa è sintomatico), 802 ricoveri (+53), in terapia intensiva ci sono 94 persone (+11), i morti totali ammontano a 2.355, 4.625 i dimessi.
L’ANALISI DI ZAIA
“Ho chiesto alle aziende di depositare un piano di attività per i Covid Center, con restrizioni graduali, in modo che in 24-48 ore passi in Comitato tecnico scientifico regionale e poi direttamente lo acquisiremo come soggetto attuatore nell’unità di crisi. Continuiamo a imbarcare 50 pazienti in area non critica, sono questi i reparti che fanno da riferimento per il piano di emergenza, rispetto alle terapie intensive. Mancano 100 ricoverati e tra 2 giorni il Veneto passerà in fascia 3. Siamo come in una turbolenza durante un grande volo intercontinentale”, ha aggiunto il governatore, “bisogna avere nervi saldi ed essere organizzati. È giusto che il cittadino sappia come si sta evolvendo la situazione, perché questa sfida la facciamo assieme. Noi curiamo tutti negli ospedali, ma il cittadino deve tenere bene la mascherina, e piuttosto di indossarla male senza coprirsi naso e bocca stia a casa. Chiediamo la massima collaborazione, perché ci sono molti accessi ai pronto soccorso in autonomia e si rischia di mandarli al collasso. Piuttosto chiamate il medico. Si può procedere anche con la cura domiciliare”.