“Quanto sta succedendo è vergognoso. È vergognoso sospendere le forniture del 53%, come accaduto a noi. Così non funziona”. Il presidente del Veneto Luca Zaia non ha usato mezzi termini per criticare la decisione di Pfizer. “Questa settimana’, ha sottolineato, “con qualche accorgimento riusciremo ad attutire il grave danno fatto. Ma se non arriveranno le forniture, la settimana prossima non riusciremo a effettuare i richiami. La campagna vaccinale, di fatto, è già sospesa. Noi non abbiamo stipulato contratti con Pfizer, ma siamo parte lesa. Spero che a livello nazionale si vada giù pesanti con vie legali. Siamo molto arrabbiati”, ha proseguito il governatore, “non si può mettere in discussione un servizio vitale per i cittadini, stiamo pensando di tutelarci e lo faremo. Abbiamo fissato gli appuntamenti per fare le seconde dosi. Vorrei sapere se sono state tagliate le forniture alla Germania e alla Francia, mal comune mezzo gaudio. “Il commissario Arcuri ci ha detto che è Pfizer ad aver deciso la destinazione. Mi chiedo che premio Nobel sia stato assoldato o quale algoritmo sia stato utilizzato per decidere le distribuzioni”.
“Sono tre settimane che si parla della mia proposta di garantire due settimane di magazzino a ogni Regione e di considerare che oltre non è più magazzino, ma un surplus che può essere distribuito ad altre Regioni. Arcuri ha portato la proposta in discussione e ci ha chiesto una settimana di tempo per renderla operativa”. Intanto la Regione Veneto ha chiesto e ricevuto questa mattina dal Comitato tecnico scientifico il verbale del parere sul tema della scuola. “È il documento stesso a dire che è il ministro ad aver chiesto il parere perché il dpcm parla di didattica a distanza al cinquanta per cento”, ha precisato Zai.”Il Cts, in sostanza, dice che allo stato attuale delle conoscenze le scuole sembrano ambienti relativamente sicuri, purché si rispettano le regole. Non pare quindi che ci siano certezze. Poi il parere parla dell’importanza del ritorno in classe come condizione imprescindibile e non più procrastinabile, ma vanno tenute in conto le condizioni epidemiologiche dei territori regionali. Non è facile districarsi, con un parere come questo. Ci aspettiamo quindi dal ministro un’ordinanza, una circolare o un’ufficializzazione del documento del Cts”. Zaia lo scorso fine settimana aveva indicato il primo febbraio come data di riapertura delle scuole superiori. Al momento la data rimane questa. “Posto che firmare un’ordinanza per chiudere la scuola è una sconfitta”, ha evidenziato, “in Veneto le scuole non riapriranno finché non ci saranno condizioni epidemiologiche compatibili. Mi hanno annunciato questa mattina che è stato presentato un ricorso, è un diritto in democrazia farlo. Se il Tar lo accoglierà le scuole dovranno quindi tornare alle lezioni in presenza. Ma in caso contrario le cose non cambieranno almeno fino a febbraio. Noi ci adegueremo alle indicazioni nazionali solo se la condizione sanitaria sarà compatibile con la riapertura”, ha continuato Zaia, anticipando che questa sera alle 20.30 si terrà una riunione dei presidenti delle Regioni in cui si parlerà anche di questo tema. “Bisognerà vedere anche l’impatto del parere del comitato tecnico scientifico. Aspettiamo decisioni dal ministro dell’Istruzione”. Le decisioni del governo al momento sono ancora confuse. Una di queste riguarda gli spostamenti nelle seconde case. “Sul tema delle seconde case è il governo che deve fare chiarezza, con una faq o con un’ordinanza, perché resta una zona grigia, essendoci dibattito sulle interpretazioni. Ho parlato con l’avvocatura e mi ha spiegato che non è tanto una interpretazione quanto una scelta, ed è per questo che spetta al governo”.