Zaia contro il “modello Macron” “Troppo complicato, il Cts valuti pro e contro. Si tratta di una scelta estrema”

“Adottare anche in Italia la ‘linea Macron’ sul pass vaccinale “è una cosa da valutare con serietà. Non è una partita da poco, va messa in mano al Cts. Immaginate solo una realtà turistica: bisogna ga­rantire un ‘soft landing”. E’ il monito lanciato oggi in conferenza stampa dal presidente del Veneto Lu­ca Zaia. Il governatore ha sol­levato in particolare tre dubbi. “Primo, così il vaccino diventa obbligatorio o comunque c’è una forte coercizione. Poi c’è il te­ma della privacy. Ricordo che siamo l’unica Regione bacchettata dal Garante perchè chiediamo il green pass per l’ingresso in o­spedale. Siamo in guerra e stiamo qui a pettinare le bambole… . Terzo: quando si introduce una norma così, devi garantire a tutti quelli che vogliono farlo di potersi vaccinare. Non mi sembra che in Italia abbiamo tutta questa disponibilità”. Quindi, ha ribadito il governatore, “è una partita da mettere in mano al Comitato tecnico-scientifico”. Zaia prevede, in o­gni caso, che su questo “ci sarà un dibattito inevitabile. A ottobre, quando avremo l’80% di vaccinati, ci sa­ranno detentori di due interessi diversi: chi è vaccinato e chi per libera scelta non lo ha fatto e ti dice che ha diritto comunque di vivere normalmente.Questi sono temi su cui devono interrogarsi le au­torità scientifiche”. E ha aggiunto: “La scelta di Ma­cron è estrema, ma ci sono piccole cose che vanno riconosciute ai vaccinati, co­me la quarantena: perchè farla se si ha il vaccino?”. In poche parole, so­stiene il governatore, “da un lato c’è la tutela di chi è vaccinato, ma dall’altro si introduce indirettamente l’obbligatorietà. Quindi non è solo scelta di sanità pubblica, ma anche etica. Io poi sono contrario a pensare ad esempio a classi diverse a scuola tra vaccinati e non vaccinati: è una forma di ghettizzazione”. Il governatore ha anche af­frontato la questione ‘zo­na-gialla’: Qui non ci sono i parametri per cambiare colore. Al mo­mento non av­verto il rischio, il paramentro è l’o­­spe­da­liz­za­zione e noi siamo a zero”.