Caro Carlos,
questa proprio non me la sarei aspettata. Tu e la tua fervida fantasia ve ne siete andati.
E ora non è facile trovare parole che siano all’altezza di una persona che, come te, è nata per fare il romanziere. Una persona cui viene così naturale “dipingere” con le parole, calamitando l’attenzione del lettore, sin dal primo capitolo e ancorandolo a quelle pagine che ospitano storie appassionate, magiche e senza tempo.
Sono numerosi e preziosi i doni che hai elargito con le tue parole… Non basteranno queste poche righe per render loro giustizia. Ma sono certa che tu saprai cogliere, tra le pieghe di queste, il significato del ringraziamento che credo di doverti.
Con le tue parole…
hai saputo creare mondi fantastici, eppure così autentici, nella crudeltà delle ingiustizie che indignano e nella meraviglia che scaturisce dalle azioni animate dal coraggio.
Mi hai riavvicinata alla lettura, con semplicità, senza sofisticazioni, nella splendida consapevolezza che le cose belle non necessitano di ostentazioni e artifici.
Mi hai esortato a non essere mai indifferente ai “dimenticati”. E mi hai ricordato che spesso nelle parole dei più piccoli e degli ultimi è possibile scorgere un tesoro di saggezza immenso.
Hai evocato in me quel richiamo di Barcellona, che io non ho potuto ignorare. Guidandomi, poi, sui passi di Daniel Sempere, lungo l’entropia de La Rambla e non solo. Tra vicoli brulicanti di vita e storici locali del centro, tra librerie polverose e ville gotiche abbandonate, teatri di amori tormentati e invincibili. Passi compassati, poi cadenzati da un ritmo più sostenuto, alla ricerca di una trasposizione pragmatica delle vite di quei personaggi, che hai fatto rivivere nei cuori di tutti i tuoi lettori.
Mi hai spiegato che, al di là degli struggimenti, degli ostacoli, dei dubbi e delle difficoltà, l’amore è una “questione” molto semplice. Perché “nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o meno una persona, hai già la risposta”.
Hai dato prova, tramite lo stile efficace e la struttura innovativa dei tuoi romanzi, che non è necessario essere incasellati in un unico genere letterario per portare qualità e significato nella vita dei lettori, anzi. I tuoi romanzi dal genere poliedrico, animato da contaminazioni di mistery, noir, giallo, poliziesco e sentimentale, ricordano che nella vita è fondamentale non rinnegare la propria natura eclettica.
Mi hai rassicurata, ricordandomi che nel nostro cammino è inevitabile attraversare dei momenti di ombre, rappresentazioni di paure e delusioni. Ma non possiamo permettere che questi inaridiscano la nostra anima. Il nostro sorriso. Inevitabilmente il mio pensiero va ad uno dei tuoi personaggi che ho amato di più: “Julián Carax aveva il sorriso più bello del mondo. Era tutto ciò che restava di lui”. Così scrivi nel romanzo che ti ha fatto conoscere al mondo, “L’Ombra del Vento”. E in quelle poche parole è racchiusa probabilmente una delle lezioni più preziose che tu abbia impartito.
“Non so dire se dipese da queste riflessioni, dal caso o dal suo parente nobile, il destino, ma in quell’istante ebbi la certezza di aver trovato il libro che avrei adottato, o meglio, il libro che avrebbe adottato me”. Mi hai insegnato, infine, che “ogni libro ha un’anima”, e che se quell’anima è destinata ad incrociare il tuo cammino, così accadrà.
E, se ci credi, sarà in grado di cambiarti la vita.
Addio, Carlos, prodigioso maestro di parole. La tua anima vivrà per sempre nei tuoi meravigliosi libri.
Stefania Tessari