Vriz ha nel cuore i ricordi del Verona. Questa sera Udinese-Hellas alla Dacia Arena Doppio ex della sfida tra i gialloblù e i friulani. Resta ancora l’amicizia con Zigoni

Il fermo immagine più bello dell’avventura in gialloblù di Sergio Vriz – doppio ex della sfida tra Udinese e Verona – è senza dubbio la foto che lo ritrae in panchina seduto vicino a Gianfranco Zigoni. Quel giorno, infatti, l’attaccante di Oderzo, in seguito a una scommessa nata in settimana, si presentò in campo indossando pelliccia e cappello da cowboy. «La pelliccia di lupo – è il gustoso ricordo di Vriz – era di Domenghini e Zigo disse, scommettendo contro tutti, che l’avrebbe indossata se Valcareggi l’avesse lasciato in panchina. Uscimmo dagli spogliatoi per ultimi per non farci scoprire. Quando salimmo la scaletta che portava in campo ci fu un boato incredibile. Quel giorno molti non guardarono nemmeno la partita, il loro sguardo fu catturato interamente da Zigo». Zigoni, genio e sregolatezza. «Quando decideva di giocare per la squadra – prosegue Vriz – era imprendibile per chiunque mentre quando pensava a sé stesso, lo era sicuramente meno». Un’amicizia, quella con Zigoni, che dura ancora oggi, che è trascorso quasi mezzo secolo. «Vero, lo sento e lo vedo spesso. Siamo grandi amici. Con lui mi sono divertito tantissimo. Abitando a pochi chilometri l’uno dall’altro la domenica tornavamo a casa insieme. Con noi c’erano anche Renato Faloppa, il capitano del Vicenza anche lui di Oderzo, e il povero Ezio Vendrame. Eravamo proprio una bella banda. Che bei ricordi».

TRE ANNI DI VERONA
Arrivato dalla serie C dal Pordenone, Vriz visse in riva all’Adige anni intensi con una retrocessione a tavolino e una A conquistata all’ultimo respiro in un incredibile spareggio, compreso il primo gol nella massima serie. «Il primo anno giocai poco perché ero militare. Dovetti addirittura rimandare il mio esordio in A contro la Fiorentina per rientrare in caserma. Dopo la retrocessione a tavolino per la famosa telefonata di Clerici, riuscimmo a risalire subito al termine di un campionato incredibile, terminato con lo spareggio di Terni contro il Catanzaro». Una vittoria sofferta condita da un simpatico aneddoto: «Eravamo in fondo al pullman io e il povero Roberto Mazzanti il quale mi disse che avremmo sicuramente vinto mostrandomi la sua mano destra con una coccinella. Andò proprio così e fu proprio lui a segnare la rete della vittoria».

IL RITORNO IN FRIULI
Dopo Verona e una stagione a Novara, Vriz scelse la proposta delll’Udinese. «Sembrava potessi andare alla Roma – ci racconta – ma poi decisi di avvicinarmi a casa, e Udine rappresentò per me l’occasione giusta. Giacomini cercava giocatori di esperienza e pensò anche al sottoscritto. Furono tre stagioni importanti con una doppia promozione dalla C alla A. A Udine, mi trovai molto bene».
Dopo aver appeso le scarpe al chiodo e dopo aver fatto il selezionatore delle rappresentative friulane, le nuove passioni di Vriz sono diventate il tennis e, soprattutto, il golf. Ma nel cuore i ricordi di Verona e Udine restano al primo posto. Non potrebbe essere altrimenti.

Enrico Brigi