Il Verona torna a giocare a Napoli, dove non coglie il successo pieno da quasi quarant’anni. L’ultima volta, infatti, è datata domenica 2 gennaio 1983 quando era in calendario la 14^ giornata della stagione 1982/83. Il Verona, neopromosso in serie A, si preparava a disputare uno dei migliori campionati dell’era Bagnoli. Il match, come molti tifosi veronesi ricordano, ter-minò proprio con la vittoria della formazione gialloblù per 2-1.
Protagonista indiscusso di quel successo fu Pierino Fanna, autore di entrambe le reti scaligere. La seconda, addirittura, arrivò al termine di un’inarrestabile cavalcata di quasi settanta metri, durante la quale diversi furono i tentativi, andati vani, da parte degli avversari, di porvi fine.
«Quell’azione ce l’ho stampata in testa. Fanna iniziò la sua corsa partendo dalla nostra area – ricorda Domenico Volpati, uno degli uomini più fidati di Osvaldo Bagnoli, in campo quel giorno al San Paolo – e cercarono di fermarlo in tutti i modi. Bru-scolotti fece un intervento ‘gamba o pallone’ – a mo’ di falciatrice – ma andò a vuoto. Infi-ne, dulcis in fundo, prima di battere Castellini, il dribbling secco per evitare l’ultimo baluardo rappresentato da Ruud Krol, non certo uno qualunque».
Era una bella squadra quel Verona, dove il brillante più prezioso era senza dubbio il brasiliano Josè Dirceu, centrocampista carioca ricco di una dose innata di talento da far invidia. «Dirceu rappresentava per noi la classica ‘ciliegina sulla torta’ in un organico ben assortito, provvisto anche di ottime individualità. Era un grandissimo giocatore – preci-sa – ma per noi fu decisivo nel gioco senza esserlo altrettanto nei risultati. Furono, infatti, solo due i gol segnati in quella stagione, peraltro ininfluenti ai fini del punteggio finale».
È opinione diffusa, inol-tre, che quella squadra abbia raggiunto livelli di qualità più alti di quella che due anni dopo avrebbe vinto il campionato. «Il mio grande rammarico è proprio quello, con qualche suo gol in più avremo veramente potuto rimanere in lotta fino alla fine per il titolo» afferma l’ex difensore gialloblù, convinto di quanto fosse già forte quella formazione. Peraltro lui arrivò in quella stagione quasi per caso, convinto com’era alla fine de campionato precedente – disputato in serie B con la maglia del Brescia – di smettere con il calcio giocato.
«In occasione dell’ultima partita giocata proprio al Bentegodi – ricorda il ‘Volpe’ – Bagnoli, che mi conosceva dai tempi della Solbiatese e di Como, mi disse che aveva bisogno di me. Avevo pensato di lasciare perché mi volevo laureare. Ci pensai qualche giorno e poi decisi di provare a giocare un’altra stagione».
In maglia gialloblù ci rimase sei anni e dopo quel primo campionato terminato con la qualificazione in Coppa Uefa, due anni dopo sarebbe diventato uno dei principali protagonisti di una memorabile cavalcata tricolore. Chi l’avrebbe mai detto…