Sono ancora invariati, per il quarto giorno consecutivo, i casi positivi al Coronavirus nel focolaio di Vo’ Euganeo, fermi a 82 da venerdì scorso. È la conferma che laddove vengono attuate misure ferree il contagio si ferma. Certo, Vo’ è una comunità di 3 mila abitanti e non sarebbe facile replicare l’isolamento totale a livello regionale – figuriamoci nazionale – ma i numeri parlano chiaro. «Abbiamo fatto i tamponi a tutti. Adesso Vo’ è il più posto più sano d’Italia» ha detto il governatore Zaia. «È la prova provata che il sistema dei tamponi funziona. Qui» ha ricordato «si sono verificati i primi due casi, abbiamo fatto il test a tutti, anche se i professoroni dicevano che era sbagliato: 3 mila tamponi, abbiamo trovato 66 positivi, li abbiamo isolati 14 giorni, e alla fine c’erano solo 6 positivi. Abbiamo chiuso la partita. La questione tamponi» ha proseguito Zaia «per noi è partita irrinunciabile. Mi spiace che ci sia qualcuno che dice che abbiamo sbagliato tutto. Sinceramente ce ne strafreghiamo. Potete scriverlo. Questi sono gli stessi che ci dicevano che le mascherine non servivano, che non ci hanno detto subito che la “razione K” per affrontare questa emergenza era rappresentata da respiratori, mascherine, ossigeno. Capisco poi che si parli di Oms» ha tenuto a sottolineare il governatore «ma io il “signor Oms” non l’ho mai visto qui in trincea». Poi una riflessione su quanto sta accadendo nel Regno Unito. «Io non voglio stragi. Se mi chiedono di fare come in Gran Bretagna, li invito a cambiare residenza. Gli inglesi hanno capito tutto? Io li invito a vedere i bilanci. In teoria immunità di gregge vuol dire attendere tutti alle porte degli ospedali, ma alla fine faremo la conta dei decessi e degli strascichi. Dal Coronavirus si esce sì vivi, ma con insufficienza renale, con danni neurologici: non è una passeggiata». Inevitabile infine una riflessione sulle corse e sulle passeggiate che stanno facendo ancora tanti cittadini. «Io sono perché la stretta sulle uscite e sulla mobilità venga inasprita ancora di più. Il 25 marzo scade il decreto. Noi siamo intenzionati a chiedere al governo ancora più restrizioni. La mia libertà finisce dove inizia la tua, quella del mio vicino di casa. Anch’io sono uno che ama correre, e potrei andare in campagna dove non troverei nessuno. Non ci vado più».