Giugno 1949, in una cascina sperduta sulla Pianura Padana. Il contadino sente un rumore sospetto provenire dal magazzino. Forse un ladro, o peggio. Senza pensarci due volte prende il forcone e va a dare un’occhiata. Rannicchiato sulla paglia, si trova davanti un giovane dall’aspetto orientale, con la maglietta e i pantaloncini stretti stretti. «Un cinese!? Cosa ci fai nel mio fienile?», domanda minaccioso. : «Non mi inforchi, per carità: sto correndo il Giro d’Italia!», risponde il ciclista. In effetti accanto ha una bici da corsa. Solo che per vincere, lui, deve arrivare ultimo.
NASCE LA “MAGLIA NERA’. Ogni vittoria parziale è un piccolo premio in denaro, che Malabrocca, da buon padre di famiglia spedisce alla moglie Ninfa. Ma è quando un giorno per caso si ritrova ultimo a fine tappa che scopre la miniera d’oro: i tifosi e gli sponsor, per solidarietà, gli offrono mance in denaro, salumi, bottiglie d’olio e altri tesori. Il giorno dopo la scena si ripete. Un pastore marchigiano gli si avvicina e gli mette una pecora tra le braccia: «Io ero l’ultimo de sei fii e nn’ho mai preso n’acca. A te che hai avuto la sfortuna d’esse l’ultimo, come me, te tocca pijà sto regalo». È un’illuminazione, come racconterà più volte lo stesso Malabrocca.
«Nasce così la leggenda della maglia nera, nasce il personaggio Malabrocca, il quale astutamente starà al gioco non venendo tuttavia mai meno ai suoi compiti di gregario e di sprinter di razza». Perchè Malabrocca sa anche vincere, firma corse importanti. Ma diventa celebre e passa alla storia, arrivando ultimo. E quando viene istituita la maglia nera, per l’ultimo in classifica, c’è la corsa per…conquistarla.
MINALI&VIVIANI JR. In questo Giro d’Italia ci sono due veronesi in lotta per la “maglia nera”. L’ultimo (prima della tappa di oggi) è Riccardo Minali, a 3 ore, 12’ e 12” dalla maglia rosa Bernal. Il penultimo è Attilio Viviani, fratello di Elia, che ha su Minali un “vantaggio” di 1’04”. Il piazzamento non sminuisce il valore, l’impegno e la serietà dei due ragazzi veronesi. Che, come Malabrocca, hanno già vinto e torneranno a farlo. E parafrasando De Gregori, “…non è da questi particolari che si giudica un corridore…”