I campioni sono fatti così, come Elia Viviani. Capaci di rialzare la testa al momento giusto. Il campione veronese ha centrato a Tokyo uno splendido bronzo, con una rimonta da fuoriclasse.
“Volevo una medaglia, poteva essere d’argento, ma alla vigilia avrei firmato per un bronzo…”. Onesto, come sempre. E pronto a ributtarsi nella mischia sabato, “…quando avrò dentro una carica speciale, perchè questa medaglia mi dice tante cose”, osserva Viviani.
Oro a Rio, bronzo a Tokyo, dove ha portato la bandiera e dove l’ha difesa come sanno fare i campioni veri. Elia appartiene oggi alla storia dello sport italiano. E chi lo conosce dice, “non ha ancora finito di stupire”.
Lui non tradisce mai. “Mi gioco una medaglia” aveva detto alla vigilia, sfidando anche il pessimismo che avvertiva nell’aria. Ma Elia è un campione vero e i campioni, di solito, rispondono presente.
Cinque anni dopo, ancora Elia Viviani scrive una pagina leggendaria del ciclismo italiano. Dopo l’oro a Rio 2016, il corridore veronese conquista il bronzo nell’omnium alle Olimpiadi di Tokyo 2020 grazie a una storica rimonta nel corso delle quattro gare e un autentico capolavoro nelle ultime due frazioni. Momento magico per le due ruote azzurre: il risultato di Viviani, portabandiera dell’Italia alla cerimonia inaugurale, fa seguito al trionfo di Ganna, Consonni, Lamon e Milan nell’inseguimento. L’Italia raggiunge così 34 medaglie in Giappone, 17 di bronzo. Viviani è anche stato vicinissimo a chiudere al secondo posto, ma si è dovuto arrendere all’ultimo giro al britannico Walls (oro) e al newzelandese Stewart (argento).
PARTENZA IN SALITA. All’Izu Velodrome, l’azzurro chiude 13esimo lo scratch con 16 punti, in una prima gara dominata dal britannico Walls che precede il francese Thomas e l’olandese van Schip. Parte col freno a mano tirato, Viviani, ma già nella seconda frazione di gara (la corsa a tempo) sale all’ottavo posto con 21 punti totali, mentre in testa se la giocano sempre van Schip, Thomas e Walls.
LA RIMONTA. Il campione di Rio 2016 si carica quindi per la terza prova, la corsa a eliminazione, dove avvia la rimonta andando ad aggiudicarsi la frazione: primo posto davanti a Walls e allo svizzero Schir, 82 punti totali e sesto posto in classifica generale. La quarta prova è quindi decisiva e serve un’impresa per recuperare: nella corsa a punti che conta 100 giri della pista Viviani attacca fino all’ultimo e chiude col punteggio totale di 124 punti che vale il bronzo
“SONO FELICE”. “Volevo una medaglia, sapevo che era dura e mi dispiace aver perso l’argento alla fine. Le energie erano al lumicino, avendo dato tutto prima. A vedere come era iniziata dobbiamo festeggiare. Sono stati due anni di sofferenza, con obiettivi mancati e situazioni che non andavano. Era un peso che non lasciava divertirmi. Spero di essere tornato ad alti livelli e di ripartire da qui”.
Così Viviani subito dopo aver conquistato il bronzo. Prima dei Giochi “avrei firmato anche per un bronzo. Siamo partiti bene e ora le motivazioni per sabato (finale di Madison, ndr) sono ancora più alte”, ha aggiunto l’atleta azzurro.