In tema di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne, la Regione Veneto ha messo in campo ben 57 strutture di assistenza, delle quali 26 Centri Antiviolenza e 31 Case Rifugio, investendo 1 milione 120 mila euro del bilancio regionale, oltre alle risorse statali del Dpcm 22 del 2022 dotato di 2 milioni 960 mila euro.
Violenza sulle donne: il report
Questi e molti altri dati emergono dalla Relazione annuale 2023 della Giunta regionale sull’attività svolta in materia di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne, al centro oggi della seduta della Quinta Commissione del Consiglio Regionale (Sanità e Sociale), seguita da una congiunta con la Sesta Commissione (Cultura) con le audizioni delle diverse entità coinvolte, allo scopo di definire una nuova strategia complessiva per contrastare il fenomeno della violenza e delle disparità di genere.
A entrambi gli appuntamenti era presente l’Assessore alla Sanità e Sociale che, ricordando la tragedia di Giulia Cecchettin, e le altre che l’hanno preceduta e seguita, ha posto l’accento sui buoni risultati ottenuti, come traspare dalla Relazione 2023, e sulla scelta strategica di rafforzare e rilanciare le diverse azioni nel 2024.
“Non a caso – ha detto – abbiamo aumentato i fondi specifici del nostro bilancio, portandoli a 1 milione 550 mila euro, stiamo mettendo a terra l’apertura di sportelli nelle Università, rafforzando le iniziative di comunicazione e sensibilizzazione, e quelle di formazione del personale chiamato a occuparsi di queste persone. Ogni donna in più che si rivolge alla nostra rete per chiedere aiuto e protezione può essere una vita salvata”.
I dati sulle violenze nel 2023
Il Report 2023 della Giunta regionale contiene le risultanze di una indagine condotta nei Pronto Soccorso, dalla quale, ad esempio, è emerso che:
- l’89,47% ha un protocollo attuativo del percorso per le donne che subiscono violenza;
- il 100% prevede procedure diversificate e modalità di dimissione protetta nel caso di valutazione di rischio alto;
- il 100% informa la donna della presenza dei Centri Antiviolenza sul territorio;
- il 100% prevede la possibilità di rimanere in osservazione breve intensiva o in ambiente ospedaliero n caso di alto rischio di rivittimizzazione;
- l’86,4% ha predisposto un’area protetta separata dall’attesa generale;
- il 92,11% garantisce una visita entro massimo 20 minuti per ridurre ripensamenti o allontanamenti volontari.
La tipologia di violenza che prevale è quella psicologica, seguita da quella fisica, economica, dallo stalking, dalle molestie e dalla violenza digitale. Nei Centri Antiviolenza del Veneto operano 405 persone, di cui 243 retribuite e 162 a titolo volontario.