Cambio della guardia all’Ospedale Santa Giuliana. Il nuovo direttore sanitario è lo psichiatra Giuseppe Battaglia che succede allo psichiatra Marcello Santi, andato in pensione. Il medico aveva già operato nella struttura sulle Torricelle che si occupa della cura e della riabilitazione delle persone affette da disturbi psichiatrici.
Nato nel 1982, Battaglia, dopo la laurea in medicina all’Università di Verona, si è specializzato in psichiatria nel 2012. Ha operato per alcuni anni a Riva del Garda sia sul territorio sia in strutture ospedaliere, lavorando anche con gruppi di pazienti e specializzandosi in psicoterapia familiare (terapia sistemico-relazionale). È infine approdato a Santa Giuliana dove per due anni ha diretto il reparto Adulti e per successivi tre anni il reparto Adolescenti. Nel 2018 ha lavorato a Verona come medico di famiglia per alcuni anni, coprendo il complesso periodo pandemico, per tornare, nel gennaio 2024 all’ospedale Santa Giuliana dove è, appunto, direttore sanitario.
La sua missione è quella di costruire un sistema di riabilitazione e cura che metta in stretta connessione pubblico, privato, terzo settore e professionisti. «Il servizio pubblico soffre ed è sottofinanziato a fronte di un disagio enorme e di un crescente bisogno di servizi e di risposte per l’igiene mentale. C’è una domanda sommersa cui nessuno risponde – spiega –. Per questo assumo questo nuovo incarico con piacere e con un’idea ben precisa».
Dalla violenza giovanile a quella sulle donne, i fatti di cronaca sottolineano un disagio che pone la psichiatria e le strutture di cura davanti a nuove frontiere. «Il Covid ha fatto emergere sofferenze che prima erano tamponate dalla buona volontà degli operatori del servizio pubblico, ma che sono venute al pettine esplodendo in tutte le loro forme. È difficile, ad esempio, trovare chi sa trattare disturbi comportamentali degli adolescenti: vanno pensate nuove diagnosi perché le vecchie nosografie non sono più adatte. Pensiamo ai disturbi dell’identità di genere, alle nuove dipendenze comportamentali, alle devianze».
Come affrontarle? «Chi tratta gli adolescenti deve trattare le famiglie. Questo è il lavoro del futuro. Solo creando alleanze si può far fronte a questa situazione. È il tassello che desidero aggiungere con questo mio nuovo incarico: il servizio pubblico da solo non ce la fa e il servizio privato è fuori dalla portata di molti. Vanno quindi creati percorsi che connettano pubblico, privato, convenzionato, singoli professionisti e terzo settore per trattare e attuare una presa in carico del paziente coerente ed efficace. Per non gestire, insomma, solo le urgenze, ma occupandosi del prima e del dopo. Questa è l’occasione di Santa Giuliana: facilitare il dialogo tra professionisti , dirigenti e terzo settore in rapporto di reciprocità, con percorsi anche in supporto al servizio pubblico che è una risorsa preziosa in affanno. Non ci sono più finanziamenti, vanno cercate sinergie».