Nella prima giornata odierna di quotazione delle uve del Pinot grigio in Camera di Commercio di Verona, i prezzi per la Doc delle Venezie si attestano su un minimo di 0,30 e un massimo di 0,45 centesimi al chilogrammo, iva esclusa, per 17 gradi babo (tenore zuccherino), in flessione rispetto allo scorso anno. Stessa sorte per le uve del Pinot grigio della Doc Garda, valutate da 0, 45 a 0,50 centesimi al chilogrammo, iva esclusa per 17 gradi babo (tenore zuccherino). I produttori veneti e veronesi sono alle prese con la vendemmia appena iniziata e non possono che auspicare una ripresa del mercato durante la campagna vinicola. “Quest’anno la produzione di Pinot grigio, così come per le altre uve veronesi e venete, è meno abbondante del 2018, che aveva fatto registrare una quantità da record, ma è di indiscussa qualità – precisa Davide Ronca, presidente Coldiretti di Pastrengo e produttore vinicolo – pertanto è ingiustificata l’attuale contrazione del prezzo delle uve. Siamo solo all’inizio della stagione commerciale ma è evidente che l’impegnativo lavoro dei produttori vitivinicoli e la qualità delle uve devono essere remunerati in modo adeguato. Peraltro la qualità delle uve viene riconosciuta anche dai prezzi”. La questione prezzi non riguarda solo i produttori veronesi di Pinot Grigio ma anche quelli appartenenti al Triveneto. Molto è stato realizzato dal Consorzio Doc delle Venezie, giunto alla sua terza vendemmia, con un potenziale produttivo di circa 1,6 milioni di ettolitri. “La denominazione ha registrato tra i più alti tassi di sviluppo viticolo del nostro paese negli ultimi anni con un sempre maggiore livello di credibilità – precisa Albino Armani, presidente del Consorzio delle Venezie.