Più di 1.500 operatori professionali – buyer, importatori, distributori, canale horeca – in due giorni hanno incontrato la proposta di 1.650 etichette di oltre 230 cantine e sette regioni – Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Sardegna, Umbria, Veneto – e preso parte a 30 eventi tra masterclass, degustazioni e incontri di approfondimento del mercato. Sono i numeri della prima edizione di Vinitaly.USA organizzata da Veronafiere e Fiere Italiane in collaborazione con ITA-Italian Trade Agency, che ha chiuso al Navy Pier, dedicata esclusivamente all’incontro tra domanda internazionale e offerta di prodotti italiani che rappresentano un terzo delle importazioni complessive di vino degli USA (1,5 miliardi di dollari su 4,5 totali).
«Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati per questo primo passo negli USA: numero e qualità delle cantine partecipanti; promozione coordinata e unitaria fra regioni, camere di commercio, Ice, consolati, ambasciata con Maeci e Masaf che hanno lavorato con noi nella stessa direzione per portare operatori professionali qualificati nell’interesse esclusivo delle aziende – sottolinea il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo –. A questi, si aggiunge il non meno importante obiettivo di aver selezionato nuovi buyer e importatori da invitare al prossimo Vinitaly di Verona».
«Con Vinitaly.USA completiamo la geografia dei nostri eventi fieristici dedicati al vino e ora siamo presenti in Nord America, oltre che in Asia, Balcani e Sud America – evidenzia Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere –. A questi, si aggiungono in media ogni anno 15 tappe tra roadshow e preview in mercati strategici che ricomprendono altre città degli USA, Giappone, Corea del Sud, Cina, Nord e Centro Europa con il duplice obiettivo di promuovere il vino italiano e selezionare operatori internazionali qualificati da ospitare al Vinitaly: tutte le strade portano a Verona».
Per Adolfo Rebughini, direttore generale della SpA veronese, «Abbiamo scelto Chicago perché è un crocevia di molti scambi commerciali degli USA che sono un mercato complesso per le diverse regole sulle importazioni. Il riscontro della prima edizione, costruita dopo l’esperienza dell’edizione zero dello scorso anno, è andato oltre le aspettative, con aziende che grazie alla app dedicata hanno potuto programmare anche fino a 18 business meeting, dato significativo per un evento come Vinitaly.USA, con rappresentanti qualificati della domanda statunitense e non solo. In un mercato che vive dinamiche molto particolari, in cui volgiamo continuare a essere presenti per sostenere le nostre imprese, questo risultato ci dà ottimismo per l’edizione 2025».