Vinitaly guarda oltre le barriere commerciali e per la sua 57^ edizione, a Veronafiere dal 6 al 9 aprile, si presenta con circa 4.000 aziende e un quartiere espositivo al completo, confermandosi baricentro e termometro del vino italiano. Nei 18 padiglioni della manifestazione (tra fissi e tendostrutture) attesi operatori dall’Italia e da 140 nazioni. In particolare, si punta a confermare il contingente di 30mila buyer della domanda internazionale, Stati Uniti compresi, per quella che è la più grande ‘agenda business’ del Made in Italy enologico. È la fotografia dell’unica rassegna internazionale dedicata al vino italiano scattata oggi a Roma nella conferenza stampa di presentazione a palazzo Montemartini. Tra gli obiettivi che caratterizzano tutte le iniziative messe in campo quest’anno da Veronafiere si consolidano quelli della promozione e dell’internazionalizzazione mentre punta a crescere ulteriormente il palinsesto dei contenuti, con Vinitaly che evolve da osservatore delle tendenze a incubatore delle stesse. Per il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo: «In questi ultimi anni abbiamo lavorato intensamente con le istituzioni – ministeri, ambasciate, ICE e camere di commercio internazionali – per ampliare la promozione a supporto della competitività del settore. Oggi Vinitaly rappresenta l’aggregatore naturale del vino italiano sui principali mercati target. Un posizionamento che intendiamo rafforzare ulteriormente mettendo a disposizione della politica e delle imprese tutto il nostro know how, per sostenerle nelle sfide derivanti dal complesso scenario attuale, tracciando anche nuove rotte di destinazione». «La svolta iniziata dieci anni fa, con la divisione netta tra business in fiera e winelover in città e rafforzata ulteriormente nel 2023, è oggi irreversibile e dovrà trovare un ulteriore sviluppo nei futuri piani strategici di Veronafiere – ha spiegato l’amministratore delegato, Maurizio Danese –. Il potenziamento del calendario estero sulle principali aree della domanda e l’ottimizzazione degli investimenti per amplificare l’ecosistema del brand fieristico del vino italiano sono le direttrici che consentiranno a Vinitaly di essere sempre più internazionale e orientato alle esigenze delle aziende». Dai mercati ai trend, Vinitaly rappresenta un incubatore delle tendenze che da sempre intercetta, monitora e analizza al fine di potenziare servizi e contenuti per le aziende espositrici e per il settore. Alla conferenza stampa di presentazione del 57° Vinitaly, oltre ai vertici di Veronafiere, sono intervenuti Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei deputati, Alessia Rotta, assessore al Commercio e attività produttive del Comune di Verona, Matteo Zoppas, presidente ICE e Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare. Dopo la relazione del responsabile dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly su “Vino, focus sui , hanno preso la parola anche Paolo Castelletti, segretario generale Unione italiana vini, Roberta Garibaldi, esperta di turismo e docente presso l’Università degli studi di Bergamo, Micaela Pallini, presidente Federvini, Massimo Tribaldi, vicepresidente Assoenologi e Marzia Varvaglione, presidente Ceev.
Una piazza commerciale globale. Il vino è un prodotto bandiera in grado di generare un contributo economico di 45 miliardi
Nella presentazione a Bruxelles il presidente di Veronafiere Federico Bricolo aveva già evidenziato il ruolo aggregatore di Vinitaly. Una vera e propria agorà del vino italiano e una piazza commerciale globale di un prodotto bandiera in grado di generare un contributo economico complessivo di oltre 45 miliardi di euro l’anno e un valore aggiunto di 17,4 miliardi di euro, pari all’1,1% del nostro Pil. A questi risultati contribuisce anche l’unico brand fieristico di promozione del vino italiano nel mondo che, con il proprio ecosistema di iniziative, raggiunge ogni anno oltre 10 mercati internazionali, dagli Stati Uniti alla Cina, dal Brasile all’Asia fino all’India, all’Eurasia e all’Europa per ampliare la portata commerciale della piattaforma Vinitaly e potenziare al contempo la campagna di incoming sulla manifestazione. Dal 1967, Vinitaly è la piattaforma globale di riferimento per il business e la cultura del vino italiano, un hub internazionale che connette produttori, buyer e professionisti, favorendo il networking, la formazione e l’accesso ai mercati mondiali. Un vero e proprio incubatore di tendenze e un acceleratore dell’internazionalizzazione del settore, capace di intercettare i cambiamenti del mercato e l’evoluzione dei consumi. In quest’ottica si inseriscono le novità dell’edizione 2025, dal debutto del Salone dei vini NoLo e Vinitaly Tourism, dedicato all’enoturismo, fino all’area Raw Wine, spazio riservato ai vini artigianali, naturali e a minimo intervento, confermando Vinitaly come la vetrina più completa dell’eccellenza enologica italiana e il punto di riferimento globale per il settore. Resta in primo piano il problema dei dazi, come aveva già evidenziato Ignacio Sánchez, segretario generale Ceev (Comitato europeo delle aziende vitivinicole): “Senza il commercio – aveva detto – le nostre aziende non saranno in grado di sopravvivere nel lungo termine. Dobbiamo essere in grado di esportare. Se i dazi annunciati da Trump venissero applicati al settore vinicolo, potremmo dimenticarci del mercato statunitense che rappresenta il 27% delle nostre esportazioni. Un volume che non sapremmo collocare altrove. Abbiamo bisogno di Paesi capaci di proteggere il valore del vino, perché il vino è moderazione, il vino è cultura. L’Italia è un esempio in questo senso: eventi come Vinitaly possono davvero mostrare tutto ciò che il vino ha da offrire alla società. Per ultimo il vino è anche business. Ed è per questo che l’Europa e gli Stati membri devono continuare a difenderlo. Solo nell’Unione Europea, il settore vinicolo dà lavoro a 3 milioni di persone e genera un giro d’affari di 150 miliardi di euro. Ci sono molti territori in cui non esistono alternative economiche. E senza eventi come Vinitaly, le nostre imprese non potrebbero raggiungere il mondo, trasmettere il valore del vino né proteggere il proprio business”. Sullo sfondo c’è anche qualche ombra sottolineata da Lamberto Frescobaldi, presidente Unione italiana vini. “È vero – ha sottolineato – che abbiamo esportato molto vino, soprattutto in Nord America, ma i consumi stanno calando dal terzo trimestre del 2023. Negli Stati Uniti il consumo è sceso del 7%, in Europa del 4,5%. Quindi no, non va tutto bene. Il nostro vino viene prodotto con uva coltivata nei vigneti. E i vigneti non si fermano”.
Vino, zero alcol e attese del mercato. La produzione dei vini dealcolati italiani salirà quest’anno di circa il 60% rispetto al 2024
La produzione dei vini dealcolati italiani salirà quest’anno di circa il 60% rispetto al 2024, con una quota maggioritaria per i zero alcol (83%) e gli spumanti. È il risultato del sondaggio del nuovo Osservatorio dealcolati di Uiv-Vinitaly relativo al panel sui principali produttori italiani del segmento. Secondo il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti: “La nicchia produttiva è nella sua fase embrionale ma già si registra l’effetto positivo generato dal decreto di dicembre che disciplina le disposizioni nazionali sulla produzione della categoria. Prova ne sia che oltre all’aumento dell’offerta la gran parte delle imprese esprime l’intenzione di trasferire la produzione in Italia”. Al Vinitaly, a fare il punto sul mercato potenziale sia in chiave prodotto che tecnologico, i due convegni organizzati da Uiv in collaborazione con Vinitaly, dedicati a “Zero alcol e le attese del mercato” (martedì 8/4, ore 10.30, Sala Puccini – Centro Congressi Arena) e “Tecnologia 0.0: produzione e innovazione a confronto” (mercoledì 9/4, ore 10.30, Sala Bellini – Centro Congressi Arena). Il primo appuntamento presenta una verticale sul mercato dei “Nolo” dalla vendita al consumo, a partire dall’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly fino agli insight dei player degli importatori, della distribuzione e dell’Horeca. Il focus dedicato alla tecnologia vedrà invece protagonisti, in una tavola rotonda, i principali produttori Nolo made in Italy e i fornitori di impianti e prodotti per l’enologia zero. Tra i principali mercati obiettivo dichiarati dalle imprese, Nord America, Germania, Paesi Nordici ed Est Europa. CONSORZIO GARDA DOC All’appuntamento impedibile non mancherà il Consorzio Garda Doc protagonista con un ricco calendario di eventi. “Consorzio Garda Doc sarà protagonista di questa edizione di Vinitaly attraverso un calendario intenso e articolato – sottolinea il Presidente del Consorzio Garda DOC Paolo Fiorini – che intende narrare la Denominazione attraverso la voce di chi vive, ama e produce in questo meraviglioso territorio. Un format innovativo che prevede degli incontri all’interno di un salotto dedicato e degustazioni nei nostri social tasting dove verranno organizzati focus e abbinamenti pensati per offrire agli enoappassionati un’esperienza unica di scoperta nostro meraviglioso territorio”. CANTINE VITEVIS Inoltre Cantine Vitevis e il Fondo Niccolò Piccinni portano a Vinitaly un’esclusiva anteprima della prossima edizione del Garda Festival – Lake Garda International Music and Dance Festival, la prestigiosa rassegna che anche questa estate porterà sul Lago di Garda concerti, spettacoli e incontri con i grandi talenti dai palcoscenici italiani e internazionali. Domenica 6 aprile, ore 15:00, lo stand di Cantine Vitevis ospiterà infatti l’esibizione dell’arpista Michela Anselmi, talentuosa artista con un profondo legame con la città di Verona. Per l’occasione, Maximilien Seren-Piccinni, Direttore artistico Garda Festival, darà qualche anticipazione dell’edizione 2025 del Garda Festival, che sarà ufficialmente presentata a Milano il prossimo 15 aprile, mentre Silvano Nicolato, presidente, e Gianfranco Gambesi, direttore generale di Vitevis, sveleranno i dettagli della partnership con il Festival in qualità di wine sponsor e di un esclusivo progetto futuro. L’incontro si concluderà con un brindisi con i vini di Vitevis.