Vinitaly ha appena conclusa la sua edizione record con buyer internazionali e il ritorno di Usa, Asia e Paesi stranieri, ma già Veronafiere è pronta per ripartire per diffondere il vino nel mondo. Il presidente Federico Bricolo traccia un bilancio e anticipa i nuovi progetti alla Cronaca di Verona.
Vinitaly va in archivio ma non si ferma, perché proseguirà in giro per il mondo: è la conferma che vuole essere uno strumento per portare il vino delle nostre aziende in tutti i Continenti. E’ il cambio di passo che volevano i vertici: un brand-strumento al servizio del nostro territorio e di chi produce. I dati conclusivi di questa edizione, la prima confrontabile con il 2019 pre pandemia, parlano chiaro: “Abbiamo avuto 93 mila presenze complessive, di cui 29.600 straniere, – spiega un presidente Federico Bricolo visibilmente soddisfatto – una crescita determinata quasi esclusivamente dagli ingressi di buyer esteri (+20% circa) provenienti da 143 Paesi, che in questa edizione hanno rappresentato un terzo del totale degli operatori accreditati”. Di questi, oltre mille top buyer selezionati e ospitati da Veronafiere e da Ice-Agenzia. Vinitaly and the City, il “fuorisalone” veronese da quest’anno ritornato totalmente nella sfera organizzativa della fiera di Verona, ha inoltre registrato oltre 45 mila degustazioni (+50% sul 2022) da parte dei winelover nel centro storico di Verona. Nel 2024 Vinitaly andrà in scena dal 14 al 17 aprile.
Presidente Bricolo, c’è stata un’attenzione enorme anche da parte del Governo, forse mai così tanta politica a Vinitaly… “Abbiamo concluso un Vinitaly che ha visto una partecipazione corale di operatori, stampa e istituzioni. Siamo particolarmente soddisfatti per il riscontro che stiamo riscuotendo dalle aziende e dai territori, che rappresentano la vera forza di questa manifestazione. La presenza così numerosa e qualificata del governo alle nostre 3 rassegne è un segnale di grande attenzione di cui siamo grati, anche a nome di tutte le nostre aziende espositrici. Anche per questo, chiedo ai ministri un forte impegno comune per sviluppare ulteriormente le fiere come asset di promozione dei settori industriali che rappresentano oltre che di supporto delle PMI del Made in Italy, che sono il grande motore della nostra economia. Le aziende che partecipano alle fiere professionali registrano infatti performance 7 volte migliori rispetto al totale dell’economia italiana”.
Alla vigilia avevate fissato obiettivi precisi per il rinnovamento: avete avuto conferma che siete sulla strada giusta? “Sì, abbiamo imboccato la strada giusta. Siamo molto soddisfatti, come nuova governance di Veronafiere, dei risultati perché volevamo maggior business e la strada imboccata ci ha dato ragione: la soddisfazione degli espositori è concreta, hanno percepito il cambio di rotta. E anche i buyer sono stati contenti perché abbiamo reso loro la vita più facile, è stato svolto un buon lavoro di matching con 11 mila incontri fissati già prima dell’evento. E poi è stato un Vinitaly ricco di contenuti, che ha fatto promozione del made in Itala nel mondo ma anche dell’arte e della cultura italiana con i due quadri di Bacco arrivati dagli Uffizi”.
Tanta politica, tanti ministri: cosa si aspetta ora dal Governo che è arrivato in gran numero di ministri? “La presenza della politica, così numerosa, non è stata avvertita come una passerella ma come la volontà del Governo di difendere il prodotto vino e le nostre aziende da attacchi senza senso”.
Vale a dire, presidente Bricolo? “A livello europeo cercano di attaccare il mondo del vino e il nostro export con etichette pericolose e invece è stato ribadito che il vino sarà difeso in tutte le sedi. Anzi, il ministro della Difesa Crosetto ci ha chiesto di essere presenti al primo luglio sull’Amerigo Vespucci, il veliero simbolo dell’Italia, che nella sua navigazione toccherà capitali di tutto il mondo e noi porteremo l’immagine del made in Italy e il vino in tutto il mondo. Siamo a disposizione”.
Vinitaly strumento per potenziare l’export: c’è ancora spazio? “Certo, noi siamo i primi produttori al nmondo e abbiamo un export che sfiora gli 8 milairdi di euro; possiamo crescere ancora ma per farlo ci serve una corretta promozione, che non sia frammentata all’estero. Per questo noi ci proponiamo come piattaformapermanente con un Vinitaly che funziona da aggregatore di inziative insieme a Ice e Ambascate italiane all’estero. Solo così anche i piccoli produttori possono andare nel mondo, perché noi rappresentiamo tutte le anime e le realtà del vino”.
E’ stato ribadito, anche dal governatore Zaia, che Verona e Vinitaly sono un binomi inscindibile… Guai a chi lo tocca, no? “Vinitaly è Verona e Verona è Vinitaly. La forza di Vinitaly è infatti la sua città: i buyer all’estero conoscono ristoranti e alberghi meglio di noi veronesi. Non rinuncerebbero mai a Verona, al suo salotto dove ritrovarsi dopo la giornata di contrattazioni. Questo è il nostro valore aggiunto, un binomio fondamentale tra Vinitaly e città, un asset di cui andare orgogliosi. E anche sul piano della logistica ci sono stati pochi disagi e mole soluzioni positive, un grande lavoro di cui ringraziamo l’Autostrada A4, la Polizia Locale, il Comune e tutti gli altri attori”.
Gli obiettivi post Vinitaly ora quali sono? «L’obiettivo è appunto costruire una piattaforma promozionale permanente e coordinata, in grado di attrarre da un lato gli investimenti sul prodotto italiano e dall’altro l’incoming sull’Italia, i suoi territori vocati e sulla rassegna che meglio la rappresenta, che è Vinitaly. Il nostro radicamento dopo Brasile e Cina – sarà negli Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e Far East» La presenza dell’Asia è in questo Vinitaly è più che raddoppiata (+116%) trainata dal rientro dei cinesi che superano le 1000 presenze, e il Giappone (+143%). Le Americhe segnano un +38% con exploit degli USA (+45%) e del Brasile (+46%), oltre a un ulteriore consolidamento del Canada (+19%). Anche l’Australia in tripla cifra, a +130%. E ora si aprono le tappe di Vinitaly in Cina. “Con il sostegno di Ice, sarà Chengdu (11 aprile) il primo appuntamento. In primo piano la masterclass di apertura con l’unico master sommelier cinese Yang LV oltre a un business forum – organizzato dalla controllata Wine to Asia – con una delle più influenti piattaforme dedicate al vino in Cina, Wine Sommelier”, spiega ancora Bricolo. Si vola poi a Shenzhen, il 14 aprile, nel Padiglione Italiano della Fiera governativa di Hainan, per un tasting e la presentazione dell’Italia a Wine to Asia (11-13 maggio), insieme a Ice e a Fondazione Altagamma. A Shenzhen, manifestazione internazionale di Veronafiere, è attesa la presenza di oltre 450 espositori provenienti da 20 Paesi.