VINITALY GUARDA A BREXIT Il dg Mantovani: “E’ presto per prevedere cosa sarà del nostro vino, ma dal Regno Unito ci sono già 400 registrazioni”

Di Brexit si parlerà  a Vinitaly (9-12 aprile), nel corso della tradizionale tavola rotonda su Vino e Gdo, con focus proprio sulle prospettive per il vino italiano nel canale della Grande Distribuzione in Gran Bretagna dopo l’uscita dall’Ue (10 aprile, ore 10.30).  «Seguiamo con attenzione le vicende della Brexit e il suo impatto sul commercio, in particolare del nostro vino. A oggi però sembra stia sortendo l’effetto contrario: a Vinitaly infatti si sono già stati registrati 400 nuovi buyer del Regno Unito mai venuti a Vinitaly, che si aggiungono agli oltre 500 presenti ogni anno». Lo ha detto il dg di Veronafiere, Giovanni Man­to­v­a­ni. «Ovvia­men­te – ha proseguito – è presto per prevedere cosa sarà del nostro vino nel secondo Paese importatore al mondo, ma ritengo che i freni commerciali non convengano a nessuno. Il Regno Unito esporta verso l’Ue l’equivalente annuo di 2,1mld di euro in liquori e distillati e importa dal Continente 1mld di bottiglie di vino per 2,6mld di euro. Un business, quello del vino Ue, che per la Wine and Spirit Trade Association (Wsta) britannica vale nel Regno Unito il 55% di un settore da quasi 20mld complessivi di euro». Nel 2016, secondo l’Istat, le esportazioni di vino italiano hanno superato la cifra record di 763,8mln di euro grazie proprio alla performance del Prosecco. Scesi a 311,5mln di euro invece i volumi ma in crescita il prezzo medio, a 2,45 euro/litro.