Marta Preto è una scrittrice vicentina, nata nel 1985 ad Arzignano, e vive da sempre a Valdagno, in provincia di Vicenza. Laureata in ingegneria gestionale, sette anni fa rimane profondamente colpita dal potere che la scrittura ha su di lei: inizialmente come strumento di terapia, che diventerà col tempo una grande passione, che la porterà a svolgere alcuni corsi di scrittura autobiografica, tra cui uno alla scuola Holden di Torino. Nel maggio 2022 ha pubblicato il suo primo libro autobiografico “Un tocco delicato”, dove si racconta della sua rinascita dopo gli attacchi di panico e a distanza di un anno esatto, arriva in libreria una silloge poetica a sua firma, dal titolo ‘’Soffici parole’’.
«”Un tocco delicato” racconta la mia rinascita dopo gli attacchi di panico. – inizia a raccontare l’autrice – Non mi soffermo troppo su quello che si vive in quel momento perché ho voluto raccontare cosa ho fatto per cercare di superarli, grazie ad un percorso di psicoterapia. Questo libro è stato un viaggio per me molto toccante, mano nella mano con una delle persone più importanti di tutta la mia vita che, purtroppo, non c’è più: la mia cara nonna Margherita».
Tema dominante è la difficoltà a gestire gli attacchi di panico di cui le è stata preda
«Sì, parto da quella sensazione di inquietudine interiore ma poi vado oltre perché non ho voluto diventasse un libro tecnico perché non ne ho le competenze. Mi piaceva raccontare ciò che da paziente ho fatto per provare ad uscire da quel vortice, con l’intento di essere d’aiuto a quanti leggendomi potessero essere spronati a reagire e sentirsi meno sole in questa dura e insidiosa lotta con se stessi».
Un libro autobiografico da considerare per lei terapeutico, giusto e per i lettori?
«Il libro è uscito nel maggio del 2022 e quanti lo hanno letto mi ha riferito che sicuramente l’ha sentito terapeutico. Si è rivisto in molte parti della mia vita e, in alcuni casi, delle persone mi hanno detto che si sono sentiti davvero meno soli durante la lettura delle mie esperienze personali».
Lei è riuscita a spaziare con facilità dal racconto personale alla poesia. Quali temi affronta nel suo libro?
«La silloge “Soffici parole” è nata perché ho inviato alcune poesie a dei concorsi e hanno ricevuto apprezzamenti.
Sono poesie semplici e talvolta in rima, in parte autobiografiche e altre invece che parlano di alcune emozioni che vivo quotidianamente, come l’amore e la paura. Sono poesie nate guardandomi dentro, ma anche osservando i paesaggi attorno a me, nella mia Valdagno, in giro per la nostra regione e la bella Verona di cui sono innamorata e vivo di continuo di persona e nei miei viaggi creativi».
E adesso parliamo del nuovo nato: “Balsamo per l’anima”
«Sono entusiasta di questo testo perchè ho raccolto alcune storie incontrate dopo la pubblicazione del primo libro e da queste sono nate tantissime riflessioni. Racconto il modo in cui ci si può sentire mamma e di gravidanza; di sofferenza con il mangiare, di attacchi di panico e di psicoterapia. Ammetto che non è stato facile scriverlo perché ho dovuto scavare a fondo dentro di me, ma alla fine ce l’ho fatta e ne sono fiera».
Davvero la scrittura può essere un valido supporto terapeutico?
«Da quel luglio del 2018 in cui sono entrata per la prima volta in studio dalla mia psicoterapeuta, ho scritto 8 diari di seguito, che ho letto insieme a lei durante i colloqui. Per me la scrittura è stata la chiave per riuscire ad aprire molte porte chiuse. Non lo avrei mai pensato, perché mi sono sempre trovata meglio con i numeri, ma la scrittura, un passetto alla volta, mi ha aperto dei mondi che forse avevo solo paura di esplorare».