Tra le ville venete presenti nel territorio Veronese, una di queste si distingue oltre che per il risultato architettonico dopo i vari interventi, anche per la ricchissima collezione di arte contemporanea in essa contenuta. Si trova nel cuore della Valpolicella, a pochi chilometri da Verona e non lontano dal centro abitato di Corrubbio di Negarine, il suo nome è Villa Amistà. La Villa, è in uno splendido parco all’italiana leggermente decrescente verso sud, con l’antico brolo (orto, frutteto per lo più cinto da muro o siepe) sul retro che s’innalza verso le colline, la villa risale alla fine del Quattrocento.
Dopo la seconda guerra mondiale la Villa viene lasciata all’abbandono. Originariamente, tutto ha inizio quando una nobile casata veronese, la famiglia Banda, decide di stabilirsi a Corrubbio in quello che inizialmente doveva essere una sorta di fortino difensivo attorniato da un fossato, costruito su un preesistente insediamento di epoca romana. Successivamente, sarà l’architetto veronese Michele Sanmicheli, all’inizio del Cinquecento, a conferirgli il primo aspetto di villa di campagna, ingrandendo e innalzando il nucleo centrale, contrassegnando la facciata con una loggia tripartita e una scalinata esterna a due rampe parallele alla fronte e convergenti al centro. L’attuale costruzione risale al 1700 ed è opera dell’architetto Ignazio Pellegrini. Al suo interno si possono ammirare affreschi e reperti originali di entrambe le epoche, recuperati attraverso accurati restauri filologici. Più tardi verranno aggiunte le due ali laterali che la faranno assomigliare alle più celebri ville palladiane. Dopo vari passaggi di proprietà (Serego, Sacchetti e Brognolino), nel 1850 giunge alla famiglia aristocratica piemontese Amistà.
Durante la seconda guerra mondiale sarà requisita dai comandi tedeschi e del tutto abbandonata nel dopoguerra, fino a quando, alla fine degli anni novanta, Dino Facchini, ideatore del celebre marchio di moda Byblos, decise di acquistarla. Vennero effettuati accurati lavori di restauro che hanno tra l’altro riportato alla luce le decorazioni cinquecentesche e gli affreschi di gusto neoclassico. Nel 2005 il Byblos Art Hotel aprirà le sue porte con l’attuale nuova veste, arricchendosi di opere e oggetti d’arte che spesso creano vivaci cortocircuiti tra antico e moderno, assolutamente stimolanti per gli occhi e per la mente.In Villa Amistà la storia si fonde con la contemporaneità degli arredi interni, frutto della creatività del noto designer ALESSANDRO MENDINI e con le numerose opere di artisti di fama internazionale che fanno di questo che ora è un hotel di lusso, un vero e proprio museo d’arte contemporanea e design.
Attorno alla Villa, vi è uno splendido parco di 20 mila metri quadri con fontane in marmo di Verona, giochi d’acqua ed un’elegante piscina a sfioro di forma classica. All’interno del giardino all’italiana (è uno stile di giardino di origine tardo-rinascimentale caratterizzato da una suddivisione geometrica degli spazi mediante filari alberati e siepi, sculture vegetali di varia forma ottenute con la potatura di cespugli sempreverdi), giochi d’acqua geometrici, spesso accostati ad elementi architettonici quali fontane e statue. Con la sua interpretazione in auge nel ‘700, si trovano piante secolari di grande bellezza.
Tiziano Brusco