I vigneti delle colline veronesi, come nelle zone del Soave e della Valpolicella, sono stati nell’estate 2022 tra i sistemi agricoli più colpiti dalla combinazione siccità estrema e alte temperature superiori ai 35°C. Le zone sprovviste di impianti di irrigazione i vigneti hanno manifestato segni di sofferenza. Ma, nonostante il calo di precipitazioni, sono possibili strategie e soluzioni a salvaguardia del nostro sistema viticolo. Questi, in estrema sintesi, i temi emersi durante il convegno di Condifesa Verona CODIVE e ASNACODI Italia a Vinitaly “Il clima che cambia. Nuove sfide per la nostra viticoltura”. In apertura dell’incontro, il presidente di CODIVE Luca Faccioni ha sottolineato: “Il cambiamento climatico sta creando sempre più problemi anche alla viticoltura veronese. Se ormai buona parte delle colture sono dotate di impianti di irrigazione, il problema della scarsità di acqua preoccupa fortemente i produttori. In questo contesto, è fondamentale trovare soluzioni che garantiscano la tutela delle nostre produzioni e delle imprese agricole. Le coperture assicurative sono fondamentale per la sopravvivenza delle attività agricole e rappresentano un punto fermo nel settore”. Faccioni inoltre, commosso, ha approfittato dell’occasione per salutare la platea poiché ad aprile lascerà l’incarico di presidente dopo un percorso durato 15 anni che lo ha visto come guida del sodalizio strategico per l’agricoltura veronese in un fase delicata di cambiamenti climatici ma anche di una rinnovata disponibilità comunitaria e nazionale nel mettere a disposizione risorse e strumenti importanti che solo i Condifesa possono efficacemente attuare per una difesa nel tempo delle redditività dell’imprenditoria agricola. “Nel dettaglio, usando dati satellitari”, ha spiegato Tarolli, “è stata mappata la severità della siccità agricola per il mese di luglio 2022, ovvero l’impatto della siccità sulle colture rispetto alla media degli ultimi anni. Sono state poi monitorate aree con elevata temperatura della superficie. In generale è stata colpita circa il 38% dell’area agricola del Nord Est e in particolare: il 41% dell’agricoltura irrigata di pianura e ben il 43% dei vigneti sia di pianura che collina”. Il professore ha illustrato anche una possibile soluzione al problema della scarsità di pioggia: “Un supporto a un’agricoltura eroica più resiliente all’estremizzazione climatica in atto potrebbe essere la progettazione di microinvasi. Essi dovrebbero essere progettati in punti idrologicamente efficaci per un ottimale raccolta dell’acqua come in aree collinari ad alta pendenza, con una progettazione attenta, mirata e a basso impatto. Questo può favorire il riuso dell’acqua a scopo irriguo per le colture, la mitigazione di eventuali fenomeni di dissesto idrogeologico l’aumento di biodiversità nelle aree umide e il mantenimento del valore paesaggistico”. La novità del 2023 è il Fondo AgriCat, un fondo mutualistico nazionale gestito da Ismea. Fabrizio Giuliani di Ismea nell’illustrarlo ha sottolineato “E’ uno strumento che per la prima volta in Italia offrirà a tutti gli agricoltori, sia assicurati che non assicurati, una copertura mutualistica contro gli eventi catastrofali, quali gelo brina, siccità e alluvione, garantendo il diritto a un indennizzo economico in caso di perdite di produzione. La quantificazione varia a seconda che l’azienda sia assicurata con avversità catastrofali o meno’’.