Ma sì, riproviamoci. “Dai che torna Vicenzi…”. Il “popolo del basket” riscopre vecchi fremiti, dimenticati da tempo. C’è una chance per riprendere la serie A1, cioè il grande basket. Uno spiraglio, ma basta un niente per riaccendere vecchi entusiasmi.
Da quanto non succedeva? Ormai, il grande basket non abita più qui, nonostante gli sforzi della famiglia Pedrollo, mai ripagati abbastanza. Verona in A2 è un insulto alla storia di una società che ha scritto pagine indimenticabili. La Coppa Korac è l’unico trofeo europeo conquistato dalla Verona sportiva.
E poi, tutti i campioni che hanno infiammato il Palasport: Williams e Iuzzolino, Schoene e Dalipagic, ricordate? E i campioni di casa nostra, guidati da capitan Dalla Vecchia. Basta un niente per riprendere a sognare e ci accorgiamo tutti, di nuovo, che i sogni della città incrociano quelli dell’uomo che quella storia l’ha costruita, cioè Giuseppe Vicenzi.
“Dai che torna per davvero”, è il passaparola del “popolo del basket”. L’abbiamo sentito. Ha risposto. Non ha alimentato sogni proibiti. Non ha chiuso la porta. Ha tenuto aperta una finestra. Continuiamo a sognare.
Vicenzi, ricominciamo a sognare ?
“El lassa star, ormai son vecio…”. Però lascia aperta la porta alla grande speranza…
“El me diga…”. Giuseppe Vicenzi è nel pieno di una riunione. “E non di pallacanestro” precisa. E’ in forma, comunque. “El me ciama più tardi…”. Puntuale, 12.30, risponde al telefono. “El sa, le la quinta telefonada de stamatina…” sorride. “E lu nol me domanda miga come va i biscoti de nona Matilde”.
No, in realtà, l’idea era un’altra. “El lassa star, son massa vecio, par certe cose”, dice el sior Giuseppe. In realtà, sente adesso la pressione di un’intera città. Il “popolo del basket” sa che “ora o mai più”. Tutta Verona vorrebbe che Giuseppe Vicenzi tornasse. Perchè vorrebbe dire serie A1, riprendere il filo di un sogno interrotto e mai ripreso.
“Cosa volo mai – riprende Vicenzi – non è facile decidere, non è semplice. Ho visto anch’io, c’è questa possibilità di tornare in A1, ma bisogna pensarci bene. Anche perchè, tornare in A1 vorrebbe dire investire molto, per costruire una squadra competitiva. Non si può andare in A1 per tornare indietro, sarebbe una delusione enorme”.
Il basket è l’altra sua vita. “E poi – aggiunge – oggi c’è una società al vertice e le decisioni spettano a loro. Certo, mi fa piacere che tanti pensino a Vicenzi, perchè vuol dire riscoprire un periodo straordinario dello sport veronese. L’ho detto tante volte, in fondo l’unica squadra veronese ad aver vinto in Europa è la Scaligera. Invece qui a Verona, dove regna il calcio, si parlam moltissimo, ed è giusto farlo, sia chiaro, dello scudetto del Verona, ma non si ricorda quasi mai il ciclo irripetibile della Scaligera. Coppa Italia, Supercoppa, play off scudetto, Coppa Korac…”.
Insomma, signor Giuseppe, lasciamo aperta una…finestra sul sogno? “El guarda, el me lassa pensarghe. Ma se succede, non come socio, ma come sponsor…”.
Eccola la finestra aperta, forse si può davvero sognare. Non lo fa, invece, Andrea Fadini, che di quella fantastica Scaligera fu uno dei grandi artefici.
“Non credo sia un evento realizzabile” dice Fadini, molto pragnatico, come sempre. “Oggi per fare una serie A1 fatta bene, servono almeno 4 milioni di euro. Non so se la Tezenis ripeterà l’intervento degli altri anni. Ma per arrivare a 4 milioni, è dura. E’ vero che, visti i tempi, potrebbero servire meno investimenti, tutto si è ridimensionato. Ma credo sia un sogno destinato a rimanere tale. Se ne ho parlato con Vicenzi? Sì, qualcosa abbiamo detto, ma ancora nei giorni scorsi. Ah certo, lui ha il basket nel sangue e gli piace molto sognare…”.