La Conferenza dei Servizi (ossia prefettura, questura, vigili del fuoco, Ulss e tutti gli altri enti coinvolti) non ha avanzato alcuna osservazione alla proposta di pubblica utilità presentata dal – l’imprenditore messicano César Esparza, a capo della cordata che sostiene il project financing. Quindi il nuovo Bentegodi, al momento “Arena Stadium”, è sempre meno una chimera e sempre di più u na realtà. Breve parentesi sull’iter burocratico. Al dirigente comunale competente ora spetta il compito di preparare la delibera di giunta. A quel punto la proposta approderà in Consiglio comunale per il voto di pubblica utilità che, stando ai calcoli di Palazzo Barbieri, avverrà entro fine luglio. Veniamo ai tempi e alle modalità d’intervento. Il nuovo stadio (27 mila posti), se ovviamente la proposta verrà approvata dal Consiglio e non si verificheranno lungaggini, sarà inaugurato nell’autunno 2023. A metà 2021 comincerà la demolizione del Bentegodi e in contemporanea inizieranno i lavori di ricostruzione. Nel frattempo Hellas e Chievo (ammesso che la società di Campedelli aderisca al progetto) giocheranno nel nuovo impianto da 16.024 posti che sorgerà in via Sogare, nella zona del l’attuale parcheggio “c”. La costruzione di questo stadio provvisorio sarà ultimata entro fine 2020, il che significa, come dicevamo, che per la stagione che inizierà ad agosto e per le due successive, Verona e Chievo continueranno a giocare al Bentegodi. Il sindaco Federico Sboarina avrebbe dovuto spiegare le ragioni del “sì” al nuovo stadio lunedì in sala Lucchi. Per questioni tecniche invece l’incontro pubblico si terrà tra una ventina di giorni (la data non è ancora stata fissata). Sboarina sostiene che la demolizione e la ricostruzione dello stadio non comporteranno disagi ai residenti del popoloso quartiere, che la scelta è stata motivata soprattutto dalla vetustà dell’impianto, che la Lega Calcio aveva già chiesto di mettere a norma tutti i seggiolini e l’impianto di illuminazione (la spesa pare che si sarebbe aggirata sui 4 milioni) entro l’inizio del prossimo campionato e che grazie alla presentazione di questo progetto i vertici federali si sarebbero accontentati di interventi minori in vista della costruzione del nuovo stadio, che ospiterà anche 7 negozi. Inevitabilmente il di battito tra i cittadini e i tifosi (categorie che in molti casi coincidono) si sta facendo incandescente. C’è chi teme, soprattutto i residenti, che i lavori paralizzeranno il quartiere provocando disagi al limite della sopportazione; chi sostiene che dietro l’operazione vi siano abili speculatori (nell’epoca delle fake news si rincorrono le voci più disparate); chi invece è convinto che il Verona (ripetiamo che il Chievo non ha ancora sciolto le riserve) meriti uno stadio adeguato al proprio blasone e che dunque il progetto sia sacrosanto. E qui sorgono altre due domande: 1) il Verona di setti sarà all’altezza del nuovo stadio?; 2) perché l’Atalanta, fresca di qualificazione in Champions League, ha deciso di ammodernare il vecchio stadio (costruito nel ‘27; la pista d’atletica fu eliminata nell’84) anziché costruirne uno nuovo? Di fronte a un’opera così importante è naturale che vi siano posizioni diverse.