«Tutti abbiamo avuto un tossico in casa oppure ci siamo chiesti se il tossico eravamo noi. Far finta di dimenticare è sempre un piano fallimentare» Perché occuparsi della storia di Sanpa? Perché raccontarla oggi? È quello che si chiede Carlo Gabardini quando gli viene proposto di realizzare un documentario sulla comunità di recupero di San Patrignano e sul suo fondatore, Vincenzo Muccioli. Una vicenda che evoca telegiornali lontani, santificazioni e demonizzazioni, opinioni e pregiudizi, polemiche, episodi mai del tutto chiariti. Ma è davvero solo questo?
Iniziando a fare le ricerche Gabardini, come Alice nella tana del Bianconiglio, intraprenderà un viaggio di scoperta che è anche un viaggio nella memoria. La memoria di una generazione, i nati tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’80, che in modi diversi hanno avuto a che fare con la delusione dell’eroina, con la fascinazione per la dissoluzione, con il disagio di quando, bambini, si incontrava un “drogato”, un disagio che forse sottintendeva la paura di diventare così, una volta cresciuti.
E oggi che siamo più grandi, che effetto fa rivangare il percorso educativo di un intero Paese scandito dalla televisione mentre fissa una memoria collettiva? La storia di San Patrignano diventa davvero una storia comune, che mischia il pubblico, il racconto di quegli anni divisi tra una fiducia sconfinata nel presente e la paura che qualcosa di inesorabile stesse per accadere, e il privato quotidiano attuale della domanda: «Davvero pensiamo che la droga sia una questione risolta nel passato? E come mai quel passato abbiamo deciso collettivamente di seppellirlo?»
Costruito come un collage, alternando la ricostruzione delle indagini che hanno portato alla realizzazione dell’acclamata docuserie Netflix, a quella dell’Italia degli anni ’80 – che Gabardini fa rivivere in modo mirabile, evocandone atmosfere, desideri e timori – alle proprie vicende familiari e personali, come la drammatica storia di Marco, che realizza il proprio orientamento omosessuale quando ha già una moglie e due figli, Una storia comune è un libro unico.
In parte memoir, in parte saggio, in parte inchiesta, in parte metariflessione sul raccontare la realtà, il libro di Gabardini è una lettura indimenticabile, una freccia indirizzata, al tempo stesso, verso la mente e il cuore dei lettori.
CHI E’. Carlo G. Gabardini è scrittore, drammaturgo, attore e speaker radiofonico. Ha scritto spettacoli per Paolo Rossi, Sabina Guzzanti, Enrico Bertolino, Beppe Battiston; ha scritto le prime cinque stagioni di Camera Café e anche Piloti, CrozzaItalia e Stasera CasaMika; ha pubblicato nel 2015 Fossi in te io insisterei (Mondadori) e nel 2019 Churchill, il vizio della democrazia (Rizzoli). È uno degli autori di SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano (Netflix, 2020).