La nomina del nuovo Cda della Fiera, avvenuto a ridosso delle elezioni amministrative, ha lasciato uno strascico di polemiche. Ad aprire il fuoco è stata la deputata del Pd Alessia Rotta.
“Sulla nomina del nuovo CdA della Fiera- ha detto- abbiamo assistito all’ennesima prova dell’arroganza politica dell’amministrazione Sboarina e dei partiti che la sostengono.
Con la Lega che ha fatto merce di scambio della candidatura a sindaco, accettando di sostenere Sboarina in cambio della presidenza a Bricolo. Una pratica spartitoria inaccettabile tipica di chi predilige logiche di potere all’interesse generale, che in questo caso è ancora più odiosa perché esclude la rappresentanza femminile da un ente così importante. Il principio della pari rappresentanza di genere dovrebbe essere garantito a prescindere dall’esistenza di normative specifiche. Su una scelta strategica per la città, si è giocata una partita a scacchi dove ognuno ha cercato di posizionare le proprie pedine. E i giocatori sono tutti uomini in cerca di poltrone’’.
Per il consigliere comunale di Traguardi Tommaso Ferrari e la vicepresidente del Movimento Beatrice Verzè si è trattato di un inciucio. “Non c’è altro modo- hanno detto- per definire la nomina del nuovo gruppo dirigente di Veronafiere a venti giorni dalle elezioni amministrative. Non si è mai assistito a una maggioranza che assegna incarichi ai vertici di uno dei suoi enti strategici in chiusura di mandato, senza aspettare il responso delle urne. E il bello è che l’Amministrazione Sboarina non tenta nemmeno di mascherare questa operazione di mera spartizione delle poltrone, culminata con la nomina a presidente di Federico Bricolo, responsabile della campagna elettorale della Lega e artefice dell’accordo – tutt’altro che scontato fino a qualche settimana fa – per il sostegno al sindaco uscente Sboarina’’. Ma Ferrari e Verzè mettono l’accento anche sull’aspetto della parità di genere. “Siamo inoltre sconcertati dalla decisione di nominare un Consiglio d’Amministrazione composto da soli uomini. Ci chiediamo se sia questa l’immagine inaccettabile che la Fiera di Verona vuole mostrare agli stakeholder di tutto il mondo. Oggi, nel 2022, il mancato rispetto della parità di genere è a dir poco discutibile in qualsiasi forma di organizzazione, sia sul piano della legittimità che su quello dell’opportunità, ma in quanto socio politico e con maggioranza relativa, il Comune di Verona aveva il dovere di effettuare per Veronafiere delle nomine che rispecchiassero la parità di genere, tracciando l’esempio anche per gli altri soci. Pure di questo chiediamo conto all’Amministrazione uscente’’.
Anche per Elisa Dalle Pezze “è scandalosa la scelta di non indicare nessuna donna’’.
Per Giorgio Pasetto di +Europa Azione “ormai siamo oltre la casta. Sboarina e la destra che lo sostiene hanno talmente paura di non poter lottizzare i centri di potere veronesi, da farlo adesso, 3 settimane prima del voto’’.