La data è di quelle che vanno segnate sul calendario: dal 1° febbraio Veronafiere è iscritta nel registro delle imprese della nuova spa, autorizzata dalla Regione Veneto lo scorso 2 novembre e deliberata dall’assemblea dei soci il successivo 29. E giovedì, sfangato con il brivido il contenzioso aperto dalla Fiera di Padova con una richiesta risarcitoria per Cosmo Bike, si è tenuto il primo consiglio d’amministrazione della società guidata da Maurizio Danese. “Adesso si può finalmente partire con il nostro piano industriale che prevede 94 milioni di euro di investimenti entro il 2020 e si incardina su cinque pilastri, uno dei quali è rappresentato dalla digital transformation”, ha detto il presidente, “così si potrà iniziare a valutare le future alleanze”. Quattro sono in particolare le altre fiere alle quali guarda il direttore generale Giovanni Mantovani: Rimini-Vicenza (con Matteo Marzotto), che con l’oro in bocca si sono fuse da poco, Milano, Bologna e Parma. Il progetto di riordino e di trasformazione dell’Ente Autonomo prevede un programma di investimenti di Veronafiere S.p.A., per un totale di circa 94 milioni di euro, di cui 71,7 milioni per infrastrutture e sistemi informativi (20,2 per interventi di manutenzione quartiere, 30,3 interventi infrastrutturali su quartiere, 8 acquisto aree e terreni, 10 interventi di riqualifica Gallerie Mercati e allestimento Casa Vinitaly e 3,2 Sistemi informativi) e 22,7 milioni per sviluppo business (3,7 nuove iniziative Italia, 12,6 nuove iniziative estere, 3,3 nuovi servizi Wine e 3,1 altre opzioni di investimento). Nel frattempo cambia la compagine sociale dopo che la Banca Popolare di Vicenza ha esercitato il diritto di recesso delle sue quote per cui, quando saranno tirate le somme, dovrà essere liquidata. Il Comune di Verona, lo ricordiamo, è uno dei soggetti fondatori del vecchio Ente Autonomo per le Fiere, del quale possiede il 37,04 per cento del Fondo di dotazione. Gli altri soci pubblici sono la CCIAA di Verona con il 12,18 per cento, Veneto Agricoltura – Azienda Regionale per il settore Agricolo, Forestale e Agroalimentare con il 5,05 per cento, Provincia di Verona con l’1,31 per cento e Regione Veneto con lo 0,15 per cento. La restante parte della compagine sociale è rappresentata da soci privati. Ora, cambiati i biglietti da visita, sotto con il calendario e ai remi.
Cesare Albertini