Sta arrivando l’autunno e dobbiamo, nostro malgrado, brindare a un governo che non rappresenta la volontà popolare. Non ci sono parole per descrivere la piroetta dei Cinque Stelle. E’ chiaro che il nostro Italia ormai è una provincia povera dell’Unione Europea. Verona, a sua volta, è il nulla del nostro povero Paese. Provincia ricchissima di imprese, banche, agricoltura, alimentare e turismo, senza alcun aggancio con il governo centrale. Avevamo un ministro, l’abbiamo perso. Non abbiamo soprattutto nessun politico di spessore che dialoga con la nuova maggioranza del Conte bis. Dobbiamo stare molto attenti perché il turismo è in calo le aziende delocalizzano e la classe politica sembra sempre di più un pollaio dove i galli si beccano tra di loro. Abbiamo perso banche, autostrade, imprese, attività commerciali e chi più ne ha più ne metta. Nonostante la nostra sia tuttora una ricchissima provincia, non riesce a trovare nua formula economico-politica che la faccia decollare per le qualità e la ricchezza che rappresenta. Sembriamo tutti “insemeniti” come si dice in dialetto, e aspettiamo, non si capisce bene cosa. Intanto gli anni passano e altri crescono e Verona a Roma non conta nulla.