Verona-Napoli, sfida tra allenatori Lo spogliatoio di Garcia è in fermento. Baroni ha la serenità giusta per caricare i giocatori

«Nel calcio non sempre due più due fa quattro» commenta Massimiliano Esposito, uno dei tanti doppi ex della sfida tra Verona e Napoli. «Si tratta di una partita aperta – commenta – perché entrambe le squadre, per ovvi differenti motivi, hanno bisogno di punti. I gialloblù hanno un piccolo vantaggio psicologico in quanto possono affrontare l’incontro con un minimo di tranquillità. Inoltre c’è Marco Baroni, un tecnico bravo, preparato e carismatico ma, soprattutto, dotato di quella serenità utile per caricare i propri giocatori, senza alzare troppo il livello della tensione. Diversa, invece, è la situazione in casa Napoli. Lo spogliatoio è un po’ in fermento con tutte le voci circolate in queste ultime settimane intorno a Rudi Garcia, il cui esonero è sembrato molto vicino. Naturalmente – puntualizza – se guardiamo le forze in campo non c’è partita ma poi il pallone è rotondo. In ogni caso, siamo solo alla nona giornata. Anche una sconfitta non avrebbe particolari ripercussioni sui rispettivi obiettivi delle due squadre, viste le tante partite che ancora rimangono da giocare». La sfida del Bentegodi è anche il confronto tra due allenatori alla prima esperienza sulle rispettive panchine. «Marco Baroni – è la considerazione di Esposito – ha mostrato grande intelligenza calcistica. Da sempre fedele al 4-3-3, ha scelto sapientemente di non stravolgere una squadra da anni abituata a giocare con il 3-4-2-1. Secondo me ha fatto bene, vedrete che piano piano inizierà a introdurre le sue idee rimodulando la squadra secondo i suoi principi. Al contrario – precisa – l’errore commesso da Garcia è stato a mio avviso proprio quello di intervenire “a gamba tesa” su un giocattolo che funzionava a meraviglia. Una scelta che al momento gli si sta ritorcendo contro e che rischia di portarlo all’esonero».
VERONA E NAPOLI Verona e Napoli sono state anche due importanti esperienze nella sua carriera di calciatore. «A Verona fu una stagione un pizzico sfortunata nel senso che, partiti per tentare una pronta risalita in serie A, disputammo un campionato inferiore alle aspettative. Ci fu anche l’esonero di Gigi Cagni sostituito da Maddè. A Verona, comunque, sono stato benissimo, una città meravigliosa. Sono stato accolto sempre bene nonostante qualcuno avesse inizialmente pensato il contrario riguardo alle mie origini napoletane. In quella stagione ho preparato anche il mio matrimonio e sono stato vicino a fermarmi a vivere, andando poi a Padova, città di mia moglie. Napoli – aggiunge – ha rappresentato, invece, il coronamento di un sogno coltivato fin da bambino. Da napoletano, giocare nella squadra della mia città, di cui sono tifoso, allenandomi e giocando in posti dove è passato un certo Maradona, è stato per me il massimo».
CASO SCOMMESSE
In chiusura non manca un cenno sul caso scommesse, ennesimo scandalo che sta scuotendo il calcio italiano. «Non mi permetto e non voglio giudicare nessuno – conclude – mi sento di dire che le regole bisognerebbe rispettarle. I calciatori diventano spesso idoli ai quali le nuove generazioni si ispirano e quindi, a maggior ragione, dovrebbero essere i primi a dare il buon esempio, consentendo ai giovani di crescere secondo valori sani. E invece, ultimamente, succede proprio il contrario tanto che il calcio sta un po’ perdendo il suo valore educativo. Un vero peccato».
Enrico Brigi