La storia si ripete. Il futuro del Verona è nebbia fitta, incertezza pura. Verrebbe da dire che non è poi così importante visti i risultati. Di certo c’è che la programmazione in casa Hellas non è la parola d’ordine. Dopo una sofferta, tribolata ma meritatissima salvezza, le certezze in casa gialloblù sono davvero poche. A cominciare dall’allenatore. Una situazione stranamente complicata. Facciamo un po’ di chiarezza.
Verona, la storia si ripete
Marco Baroni la scorsa estate ha firmato un contratto annuale che prevedeva in caso di salvezza il rinnovo automatico. Per cui sotto il profilo contrattuale Baroni è legato al Verona anche per la prossima stagione. Ma nel calcio nulla è mai chiaro.
Si pensava fosse logico ripartire da Baroni ma prima le parole del presidente Setti, poi quelle dello stesso tecnico lasciano dubbi. Setti ha tessuto le lodi dell’allenatore toscano ma ha testualmente detto “nel calcio i contratti contano quello che contano, non si può mai sapere”. Baroni ha rincarato la dose alla vigilia della sfida con l’Inter ammettendo che “è stata una stagione bellissima, una meravigliosa avventura. Ma non è il momento di parlare del futuro, è solo quello della festa”.
Insomma, dichiarazioni che sembra o forse sembravano presagire un divorzio eccellente con Baroni già sul taccuino di squadre alla ricerca di una sorta di mister salvezza, visti i due traguardi consecutivi conquistati alla guida di Lecce e Verona. Ma le parole del giorno dopo di Baroni forse aprono, o meglio chiudono, possibili orizzonti.
Baroni: “La gioia dell’arrivo è quella di ripartire”
“Quando si viaggia in mare aperto non si vede l’approdo – scrive l’allenatore sul suo profilo social – Alla barca serve il vento della convinzione, il lavoro instancabile dell’equipaggio. La passione di vivere. Non c’è sfida più bella che raggiungere la riva. Non c’è appagamento più grande di averlo fatto insieme agli altri. La gioia dell’arrivo è già quella di ripartire”.
Ed è, soprattutto, questa ultima frase a dar forza alla possibilità che anche il Verona della prossima stagione possa avere Marco Baroni al proprio timone. Perché di errori il tecnico ne avrà anche fatti, in primis quello di non voler far giocare la squadra con le proprie idee tattiche ma una volta riportando la difesa a 4 il Verona ha avuto una propria fisionomia, un proprio volto ben definito e il girone di ritorno è stato molto più che positivo. Proprio quando tutta Italia dava il Verona per spacciato, come sicura retrocessa.
Baroni ha fatto del lavoro il suo mantra, del suo profilo basso il suo credo. E i giocatori lo hanno seguito, si sono legati al progetto tattico e tecnico dell’allenatore. Ne è nata una chimica particolare che la piazza, sempre attenta, ha percepito.
Le parole del presidente
Il presidente Setti non si è sottratto. “Mi piacerebbe soffrire meno e conquistare salvezze più semplici. Ma prima ci sono i conti a posto poi tutto il resto”. L’Hellas non ha una proprietà araba, né un fondo americano, né la lungimiranza di altre proprietà. Setti è sempre nell’occhio del ciclone, i tifosi non gli risparmiano nulla. Ma, forse per fortuna, forse no, ha quasi sempre fatto le scelte giuste. Quella di Baroni lo è stata. Sarebbe opportuno lo fosse ancora.