Un brusco risveglio: il Verona soccombe nettamente alla Juventus al Bentegodi. Bianconeri sul velluto e speranza di ripetere il colpo inferto al Napoli che svanisce al cospetto di un avversario fuori portata per i gialloblù. Come sempre è doveroso analizzare, sezionare, capire i perché e i percome di una sconfitta e anche di una vittoria.
Verona – Juventus, finisce 0 – 3
Primo dato sin troppo evidente. Ora come ora la Juventus non è il Napoli. La squadra di Thiago Motta palleggia bene, con qualità ma sa strappare, sa dare forza anche fisica alle proprie azioni. Aggredisce alto, ti punisce al minimo errore. Il Napoli contro il Verona ha avuto palleggio ma sterile. La squadra allenata da Conte non ha mai saputo alzare i ritmi del match, è stata monocorde e ha perdonato gli errori, che ci sono stati, dell’Hellas. La Juventus è stata invece cinica, micidiale, non ha lasciato scampo alle disattenzioni gialloblù.
Altro dato su cui dover riflettere: una volta sotto il Verona non sembra avere le armi e la qualità tecnica per rientrare in partita. La Juventus è di uno spessore diverso ma Di Gregorio, l’estremo bianconero, dubitiamo abbia fatto la doccia a fine partita. Nessun dramma, nessun allarmismo. Ma è chiaro che di fronte a squadre che riescono ad abbinare qualità ed intensità, il Verona non regge l’urto.
Se poi commetti errori clamorosi come quello di Duda in occasione del vantaggio siglato da Vlahovic difficile pensare di giocare alla pari con una squadra come quella di Thiago Motta. Capitolo singoli. Se non erano tutte luci con il Napoli non possono essere solo ombre quelle con la Juventus. Onestamente è difficile trovare un solo giocatore dell’Hellas in grado di fornire una prestazione da pollice alto nella sfida alla Juventus. Di fatto tutti al di sotto della sufficienza dove, forse, il solo Belahyane è sembrato nell’alveo della prova offerta contro il Napoli.
Male dietro, sulla seconda rete del baby Savona anche Montipò non è esente da colpe e anche qui il solito Tchatchoua che fa cose buone ad altre decisamente no, assurda l’entrata su Mbangula per il rigore del 3-0. Ma le pecche, tanto per cambiare, sono là davanti. Mosquera non la prende mai, Livramento è impalpabile e anche Lazovic non dà alcun contributo. Ci vuole misura e capacità di analisi.
Nessun miracolo per l’Hellas
Se non era tutto oro la vittoria con il Napoli, non c’è da fasciarsi la testa per il rovescio contro la Juventus. Restano tanti interrogativi che, probabilmente, la prossima gara di campionato potrà in qualche modo risolvere. Si gioca a Marassi con il Genoa, una squadra in salute che, tuttavia, non ha il peso specifico della Juventus. Una partita che darà qualche ulteriore indicazioni, le altre si attendono dal mercato. In settimana sono arrivati Alidou e Sarr ma non è detto che nelle prossime ore qualcuno possa partire.