Crisi dei consumi, tassazione record, nuovi adempimenti a carico delle imprese, tagli ai fondi dei Comuni: adesso basta! E’ il grido di dolore lanciato da Confcommercio Verona per esprimere, dati alla mano, la grande preoccupazione per il presente e il futuro dell’imprenditoria locale e nazionale a causa di crisi dei consumi, tassazione record, nuovi adempimenti a carico delle imprese.
Gli interventi del presidente dell’Associazione Paolo Arena, del vicepresidente Paolo Tosi e del direttore generale Nicola Dal Dosso in occasione dell’incontro con i media nell’ambito dell’Assemblea dei Presidenti dell’Associazione, hanno evidenziato la situazione di estrema criticità e le preoccupazione per l’economia e il sistema Paese. Anche a Verona, i tempi dell’isola felice, rischiano di diventare un ricordo. “Nella legge di stabilità – hanno detto – ci aspettavamo un segnale di supporto per le aziende ma così non è stato e, ad eccezione del blocco dell’aumento dell’Iva, fortemente richiesto e voluto da Confcommercio, nulla di buono è arrivato per il mondo dell’economia. Siamo stanchi di dover sopportar oneri burocratici, di dover lasciare nelle casse dello Stato, socio occulto, il 63% dei ricavi; stanchi di dover fare i conti con una burocrazia che costa mediamente a ogni impresa oltre 12mila euro l’anno, circa 70 miliardi di euro l’anno a livello di Paese; stanchi di sopportare un deficit infrastrutturale che penalizza il sistema economico per almeno 50 miliardi di euro l’anno. E per il prossimo anno appare minima l’oscillazione prevista per il calo del cuneo fiscale”. Hanno ricordato che l’onere economico per adeguare i registratori di cassa, con una spesa media che va dai 300 ai 700 euro a negozio, si è riversato sugli imprenditori.