Cinque moschettieri al tavolo gialloblù. Tre facce nuove e due “usati sicuri”, uno dei quali è un autentico record vivente, cioè Gigi Fresco. Cinque storie diverse per una stagione che parte tra ambizioni e speranze, senza farsi mancare, com’è normale, qualche inevitabile dubbio. Cominciamo, noblesse oblige, da IVAN JURIC e da un Verona tornato (in fretta) a “riveder le stelle”. Stelle comete o stelle cadenti? Il nuovo Hellas nasce in realtà in punta di piedi, ma con scelte intelligenti. Gente d’esperienza e ragazzi già collaudati, affidati alla grinta e alle idee di un “figlio” di Giampiero Gasperini. Basterebbe questo a garantire a JURIC fiducia senza fine. Ma ci sono anche le avventure con Mantova e Crotone, la serie A assaggiata col Genoa, un curriculum cui manca solo, per ora, il “visto” per la consacrazione. Chi lo conosce lo definisce l’uomo giusto al posto giusto. Bravo tatticamente (vista la…scuola…) ma abile anche a livello umano. Dove sa toccare i tasti giusti con le parole giuste. Diamogli fiducia, se la merita. Se la merita, totale, incondizionata, anche MICHELE MARCOLINI. Uomo-Chievo, come piace a Campedelli e com’era giusto per ricominciare. A vivere, prima ancora che a sognare. MARCOLINI sa tutto questo, ma ha scelto il Chievo “perché questa è casa mia”. E’ giovane, già esperto, umile, serio. Se la prima impressione conta qualcosa, il Chievo non poteva scegliere meglio. Ora tocca a Campedelli e Pellissier chiudere il lavoro di restyling e affidargli il gruppo migliore per cancellare l’ultima sciagurata stagione. Ancora calcio, con un’autentica istituzione, GIGI FRESCO. L’Italia del pallone ha imparato a conoscere questo straordinario personaggio che non ha ancora finito di stupire. Dove vuole arrivare? Lui parla a bassa voce, ma chi lo conosce bene dice che “la salvezza va bene, ma perché non sognare?”. La sua Virtus è giovane ed esperta, spensierata e felice. E Gigi Fresco è “folle” al punto giusto per alzare lo sguardo e provare a spostare l’orizzonte. In fondo, lo fa “solo” da trentacinque anni… Occhio a RADO STOYTCHEV, la nuova guida di Calzedonia. Magrini e i suoi, come sempre, un fatto le cose per bene. STOYTCHEV è un lusso per Verona, carisma e personalità per far sbocciare finalmente i sogni di una società all’avanguardia. E ha motivazioni speciali, uscire dal “cono d’ombra” in cui è scivolato dopo l’avventura modenese. E se fosse davvero questo l’anno buono di Calzedonia? Domanda identica sul fronte del basket, dove la famiglia Pedrollo, una tantum, ha scelto la strada della continuità. LUCA DALMONTE non riparte da zero, ma sa di non avere credito illimitato. La Verona dei canestri, che ogni tanto si rifà gli occhi e il cuore ripensando a “come eravamo”, a Vicenzi&Fadini, Iuzzolino e Schoene, chiede un cambio di marcia. Lo stesso che, in fondo, aspettano Pedrollo senior e junior. Non siamo all’ultima spiaggia, ma Dalmonte sa che accontentarsi è un verbo che non va a canestro. Dei cinque moschettieri, diciamolo, è quello che respirerà per primo l’aria della battaglia. Esauriti i bonus, il verbo di moda è uno solo: vincere.
L.T.