Verona ha Fede. Tre anni di amministrazione Sboarina: bilanci e retroscena La proclamazione è stata il 25 giugno, ma già l’11 alla chiusura del primo turno si era già capito che avrebbe vinto il ballottaggio. Rilancio della Fondazione Arena, filobus, sociale, “green”, Arsenale, sociale, stadio: a che punto siamo. C’è poi quel sondaggio...

Tre anni di governo Sbo­arina. Abbiamo votato l’11 e il 25 giugno 2017. Tecnica­mente, dunque, la ricor­ren­za sarà tra due settimane, e però si era capito fin dal termine dello spoglio del primo turno chi avrebbe vinto il ballottaggio, nel quale Patrizia Bisinella finì dietro di 17 punti. Tre anni cominciati senza vento in poppa: l’11 giugno l’attuale sindaco ha raggiunto la percentuale più bassa nella storia del centrodestra ve­ro­nese. Quel che conta però, in politica come nello sport, è il risultato finale. La Cro­naca è in grado di mostrare un sondaggio, realizzato da Emg Acqua il 12 gennaio 2017. Alla voce “elettorato potenziale di centrodestra” il nome in cima era quello del viceministro alle Finan­ze Al­berto Giorgetti (17,4%), seguito da Sbo­arina (12,5), dal senatore leghista Paolo Tosato (10,5) e dall’ex di­rigente Rai Alfredo Me­occi (9,6). A seguire Ste­fano Casali, Lu­­ca Coletto, Marco Be­natti e il senatore Massimo Ferro. Alla voce “elettorato attuale di cen­trodestra” invece, il preferito era Sboarina (17,1), seguito da Giorgetti (15,1), Tosato e Meocci. Facciamo un bilan­cio di due-terzi di mandato. Sono stati tre anni trava­gliati, luci e ombre. Tra i me­riti del sindaco, non v’è dub­bio, quello di aver dato nuo­vo lustro alla Fondazione Arena nominando sovrin­ten­dente il soprano Cecilia Gasdia, la quale ha saputo innalzare la qualità delle rappresentazioni e ha at­trat­to grandi artisti inter­na­zio­nali.

Fu preferito ad Alberto Giorgetti

Tre anni di governo Sbo­arina. Abbiamo votato l’11 e il 25 giugno 2017. Tecnica­mente, dunque, la ricor­ren­za sarà tra due settimane, e però si era capito fin dal termine dello spoglio del primo turno chi avrebbe vinto il ballottaggio, nel quale Patrizia Bisinella finì dietro di 17 punti. Tre anni cominciati senza vento in poppa: l’11 giugno l’attuale sindaco ha raggiunto la percentuale più bassa nella storia del centrodestra ve­ro­nese. Quel che conta però, in politica come nello sport, è il risultato finale. La Cro­naca è in grado di mostrare un sondaggio, realizzato da Emg Acqua il 12 gennaio 2017. Alla voce “elettorato potenziale di centrodestra” il nome in cima era quello del viceministro alle Finan­ze Al­berto Giorgetti (17,4%), seguito da Sbo­arina (12,5), dal senatore leghista Paolo Tosato (10,5) e dall’ex di­rigente Rai Alfredo Me­occi (9,6). A seguire Ste­fano Casali, Lu­­ca Coletto, Marco Be­natti e il senatore Massimo Ferro. Alla voce “elettorato attuale di cen­trodestra” invece, il preferito era Sboarina (17,1), seguito da Giorgetti (15,1), Tosato e Meocci. Facciamo un bilan­cio di due-terzi di mandato. Sono stati tre anni trava­gliati, luci e ombre. Tra i me­riti del sindaco, non v’è dub­bio, quello di aver dato nuo­vo lustro alla Fondazione Arena nominando sovrin­ten­dente il soprano Cecilia Gasdia, la quale ha saputo innalzare la qualità delle rappresentazioni e ha at­trat­to grandi artisti inter­na­zio­nali Il sindaco ha favorito la mobilità sostenibile, e se al­l’inizio l’introduzione dei mo­nopattini ha creato una giun­gla, poi la situazione si è nor­malizzata. Lodevoli anche le iniziative per il sociale, ge­stito con attenzione dall’as­ses­sore e senatore Stefano Bertacco. Male la manuten­zione stradale: buche e al­lagamenti. Ribadiamo che il problema era tale e quale durante il regno di Flavio Tosi, e però non può essere usata come scusa. La rea­lizzazione del filobus sta creando forti disagi e ora Sboarina intende cambiare parzialmente il progetto cau­sa Covid, che però prima o poi sparirà, e dunque vien da chiedersi se i dubbi non siano sorti a prescindere dal­l’epidemia. Il Central Park non lo prendiamo in con­siderazione perché fin da subito, e lo stesso sindaco con obiettività non lo ha mai nascosto, si è capito che sarebbe stata un’opera ‘da secondo mandato’. La ri­strut­turazione dell’Arsenale pro­cede molto a rilento. La par­tita Agsm-A2A vedremo co­me andrà a finire: oggi è im­possibile esprimere un giu­dizio. Un grosso punto inter­rogativo riguarda il Ben­te­go­di. La realizzazione del nuo­vo stadio non faceva parte del programma eletto­rale, ma questo conta poco o nulla, giacché le opportu­nità, se sono tali, vanno col­te quan­do si presentano. L’im­pianto, qualora venisse co­struito, creerà un indotto im­portante? È probabile, quin­di potrebbe essere un bene. Serve davvero? For­se. Cre­erà problemi al quar­tiere? Di sicuro. È la priorità per Ve­rona? No. Non lo era prima, tantomeno lo è ora. Ma an­che le priorità posso­no cam­biare. E i prossimi due anni ci diranno se la città sarà davvero cambiata in meglio.