“Verona ha ancora una sanità al top?” Bertucco e La Paglia: "Troppi servizi che non funzionano senza che la gente sappia"

“Una sanità d’eccellenza non lascia una città come Verona, la più popolosa in Veneto, senza punto nascite, e non lancia l’allarme sul batterio killer dei neonati dopo due anni” il commento di Michele Bertucco, Verona e Sinistra in Comune, dopo il nuovo caso di una bimba deceduta a causa del batterio killer. “La tragica vicenda del Citrobacter, di cui ancora non si vede la fine, e che probabilmente si discuterà nelle aule di tribunale prima ancora che nelle sedi deputate, non è una macchia passeggera sul sistema sanitario veneto sostanzialmente sano, ma un sintomo di profondo malessere da cui ripartire per riorganizzare il servizio nel segno della trasparenza e della vicinanza al cittadino, com’era nello spirito della legge 833 del 1978 che ha istituito le Unità locali socio-sanitarie (Ulss)”, aggiunge Bertucco, che poi prosegue:”La domanda che, come si suol dire, sorge spontanea, è dunque questa: siamo ancora un sanità di eccellenza, oppure più prosaicamente disponiamo di isole di eccellenza nel contesto di servizi al cittadino di qualità mediocre?”. “Mi risulta che i bambini giunti nel Pronto soccorso pediatrico a Borgo Trento, se necessitano di un ricovero in Pediatria, vengono inviati negli ospedali della provincia di Verona”.
Elisa La Paglia, candidata alle elezioni regionali per il Pd, replica all’Azienda ospedaliera sul caso Citrobacter e in particolare sul reparto di Pediatria che, da fine luglio, risulta che non sia funzione: “L’azienda ospedaliera di Verona conferma che in Pediatria sono in corso lavori e che l’attività è semplicemente ridotta per un periodo temporale circoscritto. Dalle mie fonti non risulta che sia così”
Intanto la struttura di borgo Trento sta perdendo colpi dal punto di vista dell’immagine: “Abbiamo letto i dati riferiti al Giornale di Vicenza da Massimo Bellettato, primario di Pediatria del San Bortolo, e sono chiari. Leggiamo infatti “che i bambini prematuri di Verona vengono curati nelle culle termostatiche della patologia neonatale dell’ospedale vicentino, che è diventato quindi il primo punto di riferimento per i bambini dell’area scaligera”. Ma Bellettato dice anche un’altra cosa importante: e cioè che non solo “i prematuri più difficili di Verona finiscono al San Bortolo”, ma anche che “numerose donne veronesi vanno a partorire nelle sale dell’Ostetricia a Vicenza”. Solo in quest’ultima settimana le neomamme che hanno deciso di far nascere il proprio bambino là sono state tre. Cosa significa questo? Che Verona non solo ha perso il primato di punto nascite più grande del Veneto, ma sta perdendo colpi anche dal punto di vista della reputazione e dell’affidabilità, a maggior ragione è doveroso ribadire l’eccellente lavoro degli ospedali della nostra provincia, dell’Alss9 e privati, che si stanno facendo carico dei servizi non svolti dall’azienda ospedaliera di Verona.

LA RISPOSTA: “Nessun disservizio, reparti funzionanti”

Ecco l’intervento dell’Azienda ospedaliera, che risponde in merito ai questiti posti da Bertucco e da Elisa La Paglia. “In merito all’attività Ospedale della Donna del Bambino dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e in risposta ad alcune richieste di chiarimento e ad informazioni inesatte e fuorvianti circolate in merito, con la presente nota la Direzione Generale sottolinea che il Pronto Soccorso Pediatrico dell’Ospedale della Donna e del Bambino funziona regolarmente, al pari del reparto di Pediatria, la cui attività di ricovero elettiva viene ridotta, per circa una settimana, in quanto verranno svolti lavori di manutenzione straordinaria agli impianti”.
Niente servizi sospesi, dunque. La nota prosegue poi precisando il totale funzionamento di altri servizi.
“La Terapia Intensiva Infantile (TIN) e la Terapia Intensiva Pediatrica (TIP) realizzate da giugno all’esterno dell’Ospedale della Donna e del Bambino continuano ad essere operative, efficienti e pronte a qualsiasi ricovero in emergenza”.