Partiamo dalle note liete. La “Run 5:30”, ossia la corsa non competitiva che si è svolta all’alba in centro storico, è stata un successo. I partecipanti sono stati circa 2.500, tra loro anche qualche straniero, soprattutto inglesi. Vi hanno preso parte più di 400 studenti provenienti dalla media Rosani, dal liceo Montanari, dall’istituto Salesiano San Zeno e dall’Educandato agli Angeli. La manifestazione è stato un successo e considerando l’orario in cui si è svolta non ha creato disagi ai cittadini: la cosa purtroppo non si può dire per la pletora di corse che si succedono nel corso dell’anno. Ci sentiamo di fare un’eccezione per la Stra Verona, un classico per la nostra città che anche domani richiamerà migliaia di podisti. La nota dolente, però, dicevamo, è che a correre non solo gli appassionati, ma anche i prezzi, che nella nostra città, stando ai dati di aprile forniti dall’Istat, sono cresciuti di molto. Verona è la terza città italiana per aumento di inflazione, dietro a Bolzano e Brescia. La stangata, in me dia, per le famiglie è di 421 euro all’anno. I rincari maggiori riguardano alberghi (+11,5%), ristoranti e le spese per la casa. E se i primi due possono incidere fino a un certo punto nella vita di tutti i giorni, di certo non si può dire la stessa cosa per i generi alimentari e le bevande analcoliche (+1,2%), i servizi sanitari e le spese per la salute (+1,7), e i gli articoli casalinghi (0,9). Il rincaro per i trasporti è del 2,5%. Una voce che incide particolarmente riguarda il costo delle bollette elettriche, del gas e dell’acqua, cresciuto complessivamente del 3,8: la crescita è dovuta principalmente all’innalzamento del prezzo dei combustibili. Idem per ciò che riguarda il costo del carburante. Verona bella ma sempre più costosa quindi. E se il giro vita, grazie al jogging diminuisce, purtroppo non si può dire lo stesso per il carovita.