“L’Italia si riscopre amante della cultura e delle mostre d’arte e Verona, anche su questo tema, è ferma al palo” – così Patrizia Bisinella, consigliera capogruppo di Fare con Tosi in Consiglio Comunale a Verona, sulla delibera, andata in giunta martedì scorso, che auspica un rilancio culturale di Verona attraverso la collaborazione con associazioni e comitati e un progetto, riprendendo il dialogo con Fondazione Cariverona, per il futuro utilizzo di Palazzo Forti.
“Ancora una volta questa Amministrazione ci riempie di chiacchiere e per mancanza di idee proprie deve rivolgersi ad altri e nel frattempo, trascorsi due anni pieni dall’insediamento di Tommasi, risulta assente una pianificazione strategica concreta della cultura museale in Città. Verona vive della sua bellezza intrinseca, ma nessuna attività, se togliamo ovviamente il cartellone areniano e dell’estate teatrale veronese, legata a mostre o esposizioni artistiche risulta essere attrattiva per la Città. Mentre Monet a Padova porta più di 70mila visitatori in meno di due mesi, con un indotto turistico stimato dall’Amministrazione patavina tra i 10 e i 15 milioni di euro, mentre Rovigo si spende per la splendida esposizione di Toulouse-Lautrec, frattanto che Brescia ospita i Macchiaioli con oltre 100 opere esposte, a Verona stagna il silenzio tombale, come se potessimo permetterci di non fare nulla visto che la Città è già bella così. Ultima mostra degna di nota le fotografie di Robert Doisneau che, dopo aver fatto il giro d’Italia, si è fermato da noi in Gran Guardia fino a metà febbraio. Lontani sono i tempi di Mirò e Picasso, degli Impressionisti o del Mantegna. Lontane le esposizioni all’AMO su Tamara De Lempicka, Toulouse Lautrec, Botero, Maria Callas, nomi che hanno portato numeri importanti e grandi incassi e che nei loro commenti sprezzanti gli amministratori attuali hanno dimostrato di non conoscere.
In un mondo sempre più connesso, basta digitare su Google “mostre a Verona 2024” per restare annichiliti dal nulla che ne emerge. Non fosse per la passione e il grande impegno di privati, come la famiglia Carlon alla quale Verona deve essere grata per la realizzazione di Palazzo Maffei, nessuna attività è in programma nella nostra città. Forse – conclude con una battuta Bisinella – l’intenzione è quella di puntare tutto sul quadro di Giulietta e Romeo (con annessa statuetta di marinaretto..) costato caro ai cittadini veronesi ed esposto con orgoglio nella Casa di Giulietta.”