10 dicembre 1994. 30mila spettatori, allo stadio Marcantonio Bentegodi. Attendono la stracittadina di Verona. Una partita storica, forse inaspettata, certamente una vittoria per la bella città di Verona. Anche il silenzioso cielo di dicembre assiste curioso a questo derby mai giocato prima: il Derby della Scala.
Stessa città, stesso stadio, ma due “fazioni”. Eppure i cuori battono all’unisono.
«Sette chilometri, forse meno, dividono la mitica Arena dal popolare bar della Pantalona. Stasera il calcio avvicinerà due poli molto più lontani di quanto indichi la distanza», scrisse all’epoca Bruno Perucca, de La Stampa.
Hellas Verona e Chievo Verona si sono “incontrate” per la prima volta 26 anni fa. Entrambe giocavano in serie B, ma la storia che le ha condotte ad intrecciare il destino l’una dell’altra presenta percorsi dai tratti molto diversi. Basti pensare che quando l’Hellas Verona festeggiava l’indimenticabile scudetto, nel 1985, il Chievo Verona, sostenuto da poche migliaia di tifosi, otteneva la promozione in C2, mettendo, per la prima volta, piede nel calcio professionistico.
Nel 1994, lo scenario era ben diverso: l’Hellas Verona di Bortolo Mutti, reduce da una retrocessione in B e da un fallimento societario, si ritrova a giocare in una categoria che gli va stretta, e freme per ritornare presto in A. Il piccolo Chievo di Alberto Malesani, dal canto suo, muove con orgoglio i primi passi in questa categoria, che vive come un inatteso miracolo.
LA PARTITA. Il primo tempo scorre tra emozioni e vigorose azioni di gioco. Sugli spalti la tensione è inevitabile. Spicca l’Hellas Verona con una migliore prestazione. Sfiora il vantaggio in due occasioni, con Lamacchi e Ficcadenti, mentre il Chievo fatica ad essere pericoloso. Il primo tempo finisce con un inevitabile 0-0.
Nel secondo tempo qualcosa si sblocca. Il gioco riprende “quota” in campo e le aspettative crescono tra i sostenitori di entrambe le squadre. Nonostante il freddo, il clima è rovente. Il tifo è forte e il nervosismo si fa sentire. Poi, la svolta: Franchi spinge leggermente Fermanelli in area. L’arbitro Graziano Cesari, fischietto di serie A, inviato a Verona proprio per il derby, decreta il rigore. Sarà Fermanelli a firmare il gol dell’Hellas dal dischetto.
È così che il Chievo ingrana la marcia e trova la spinta per reagire con un gol di Gori con un colpo di testa, che segna poco dopo essere entrato in campo.
Il primo Derby della Scala si conclude in parità.
L’ANNIVERSARIO. 10 Dicembre 2020, 26 anni dopo: ottava posizione in classifica per entrambe le squadre gialloblù. Diverse, però, le categorie. L’Hellas in serie A, e il Chievo in Serie B. Fatto curioso: oggi, il “destino calcistico” assegna nuovamente una parità, ma in questo caso di posizione in classifica.
Il futuro ci riserverà un nuovo derby? L’emozione del primo derby è ancora vivida e forse Verona desidera vederne presto un altro, certamente in serie A. Ventisei anni fa, c’era chi pensava che sarebbe stato uno dei pochi derby, invece la storia ci racconta di una lunga serie di “stracittacine”, soprattutto in serie A.
Dove il Verona viaggia tra le grandi e dove il Chievo spera di tornare presto. E’ questo che spera anche chi vuole davvero bene allo sport.
Stefania Tessari