Verona ancora alla ricerca del turismo congressuale Dibattito in commissione. La città non ha le strutture adeguate

Può il turismo congressuale diventare una leva di primo piano per dare continuità al settore e riempire la città e gli alberghi anche nei mesi di bassa intensità turistica? E’ stato questo il tema della commissione consiliare convocata dal presidente Alberto Battaggia che ha visto intervenire molti addetti ai lavori su un tema che in città si dibatte da anni senza che si sia mai arrivati a qualcosa di concreto. Già vent’anni fa si discuteva della creazione di ufficio (o Boureau) da prevedere alla Gran Guardia o in Fiera che facesse da cabina di regia per la gestione degli eventi congressuali.
Ma due sono le criticità emerse nel corso della commissione: la prima è appunto la mancanza di un soggetto che sovrintenda a quersto business promuovendo nel mondo l’immagine di Verona come città congressuale. La seconda criticità sollevata dal dottor Claudio Bassi, è quella dell’assenza di un luogo adeguato. “Una volta per i congressi medici internazionali bastavano 600 posti, adesso ne servono 1200. Dove li troviamo?”. La Fiera ha l’auditorium per altre salette collegate, la Gran Guardia è ampia ma spesso non basta. Quindi, il primo comandamento è individuare regista e location.
“La Camera di commercio ha avviato un bel progetto per la promozione di Verona e del suo territorio” ha sottolineato Giovanni Zenatello, albergatore, “ma questo è un punto di partenza, non di arrivo. Ora bisogna metterci i contenuti e promuoverli all’estero”. Perché il turista altospendente, come si suol dire, resta ancora lontano dalla nostra città.