La Lega rimescola le carte. “Il candidato sindaco? Non è la nostra priorità” ha detto nei giorni scorsi l’on. Fontana. “Pensiamo alla legge di bilancio, al presidente della Repubblica, poi decideremo quando sarà il momento. E una decisione dovrà essere presa al tavolo nazionale”.
Insomma, andremo a gennaio, prima di sapere chi sarà il candidato sindaco del centrodestra.
La Lega frena, dunque. E sembra rimettere tutto in discussione. Che poi lo faccia per reale convinzione o per una strategia politica, questo è tutto da verificare.
SBOARINA IN ATTESA. Sboarina può attendere, dunque. Quello che fino a un paio di settimane fa sembrava un epilogo scontato sembra tornato in discussione, anche in seguito alla “bufera” seguita alle dimissioni dell’assessore Bassi, dopo lo scontro di Giunta con Rando. Da lì, una serie di “botte&risposte” che hanno di fatto cambiato l’agenda politica e rallentato un processo che pareva ormai alla fase finale.
CHE COSA PUO’ ACCADERE? La sensazione è che dietro la “frenata” di Fontana e, dunque, della Lega, ci sia anche se non soprattutto, l’esigenza di mettere più che mai i puntini sulle i. Di riaffernare in sostanza una centralità e un ruolo di fulcro, che in qualche modo è stato spesso messo in discussione se è vero, com’è vero, che i rapporti con Fratelli d’Italia e Verona Domani non sono stati di recente improntati a totale fiducia.
“Il sindaco? Serve una figura riconosciuta, che abbia la stima della città” ha detto ancora Fontana.
ALTERNATIVE? Diciamo la verità, giusto per andare al di là delle parole e per cercare di leggere tra le righe. Non è che la Lega abbia oggi grandi alternative, a meno che non decida di candidarsi lo stesso Fontana oppure Federico Bricolo. Ipotesi molto lontane, in realtà. Oppure, anche questa è un’ipotesi molto ma molto remota (impossibile?) la Lega non decida con una bella inversione di marcia, di puntare su Flavio Tosi, candidatura forte, ma assolutamente divisiva. Attenzione: in realtà la strategia di Tosi, già più avanti degli avversari, partito in netto anticipo, pare per ora vincente. Nel senso che la sua presenza forte, rischia di “spaccare” comunque il centrodestra, cosa che, va detto, rientrava tra i suoi obiettivi. Tosi è già partito, manifesti, slogan, riunioni. E’ riapparso perfino il suo fidato “braccio destro” Roberto Bolis, “mago” della comunicazione tosiana.
E IL CENTROSINISTRA? Il centrosinistra, per ora, tace. Lavora in silenzio. Damiano Tommasi non rilascia interviste, in attesa a sua volta di definire strategie e obiettivi. Di sicuro, anche per lui c’è un lavoro da ultimare, qualche spigolo da limare, mettendo in linea le varie anime della Sinistra che lo hanno scelto come uomo di punta. Ma qui, almeno, c’è la certezza del leader, che a destra ancora non c’è.
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